"Ora vado dai miei genitori, gli dico che sono stato promosso!"
Vi è familiare? Probabilmente sì, perché nell'italiano orale (quello parlato) è sempre più diffusa la pratica di usare la particella pronominale "gli" al posto del pronome "loro", "a loro", "a essi" e "a esse".
Un italiano formalmente corretto infatti vorrebbe:
"Ora vado dai miei genitori e dico loro che sono stato promosso"
COSA DICE LA "CRUSCA"
L'Accademia della Crusca è la somma autorità in ambito linguistico che vigila sulle norme lessicali e sintattiche dell'italiano, tenendo conto però della costante evoluzione cui è sottoposta la lingua: vi ricordate il caso della nuova parola, petaloso ?
L'Accademia dice dunque che, benché in una forma scritta o nei testi più formali (quando si ha a che fare quindi con formule burocratiche o particolarmente serie) sia molto consigliato usare le forme corrette per definire il complemento di termine (cioè a chi si riferisce l'azione), « l'uso di gli in luogo di loro, a loro, a essi e a esse è da considerare senz'altro corretto», perché ormai entrato nel linguaggio comune e perché riscontrato anche in casi di elevata letteratura.
ATTENZIONE PERÒ
«L'utilizzo, invece, di gli per le , è sentito più scorretto dell'altro perché ha subito e continua tutt'ora a subire una maggiore censura scolastica; quindi se ne tende a sconsigliare, nella maggior parte dei contesti, l'impiego».
GLI O LE, LA REGOLA !
FONTE: Accademia della Crusca