Da qualche tempo c'è la brutta abitudine di utilizzare in modo del tutto scorretto la congiunzione "piuttosto che".
L'errore è così diffuso (non viene commesso solo da persone comuni ma anche da conduttori tv, giornalisti, politici ecc...) che ormai quasi non ci si più caso.
"Piuttosto che" è un locuzione che ha valore avversativo, contrapponendo cioè una sorta di preferenza a un elemento della frase rispetto a un altro, sostituendolo. Altre congiunzioni simili sono "invece di", "anziché".
- «Dammi una mano invece di starmi a guardare».
- «Preferisco prendere l'aereo piuttosto che viaggiare per mare».
Altro valore concesso a "piuttosto che" è quello comparativo:
Es: Conviene prendere il tram piuttosto che il taxi.
Nell'italiano di oggi però, spesso il "piuttosto che" viene usato con valore disgiuntivo, al posto di "o" o "oppure".
«Stasera ceniamo fuori? Possiamo mangiare carne piuttosto che pesce. A me va bene tutto!»
Se il "piuttosto che" viene utilizzato (come in questo caso) la posto di "o" si sbaglia, perché il senso della frase è:
«possiamo mangiare carne o pesce, a nostra scelta»
mentre usando il "piuttosto che" si intende una cosa tipo
«possiamo mangiare carne anziché pesce, che è finito».
Se la persona con cui stiamo parlando non conosce questo nuovo (ed errato) allargamento di significato di "piuttosto che", potrebbe pensare che gli si stia offrendo di mangiare carne invece di pesce, mentre la proposta valeva per entrambe le alternative («possiamo mangiare carne o pesce»)!
Usare in modo scorretto "piuttosto che" dunque, non solo vi fa fare una brutta figura, ma rischia anche di creare equivoci e incomprensioni!
FONTE: Treccani, Accademia della Crusca