Lo sapete che nella lingua italiana esistono soltanto due forme di cortesia? Sono il Lei e il Voi. Vi fa un po’ ridere, vero? In un certo senso vi capisco: Lei anche per i maschi, quando si dice lei se si parla di una femmina? Voi per una sola persona, quando noi lo usiamo per rivolgerci a più di una persona? Ebbene sì, ragazzi. Proprio così, non avete capito male.
Credo a questo punto che vi interessi sapere la loro origine e perché li usiamo ancora: il Lei un po’ di più, il Voi un po’ di meno. Ma nonostante la forma di cortesia più usata in Italia adesso sia di gran lunga il Lei, c’è da dire che per un bel po’, nella nostra Storia, non è esistito. E nell’antica Roma, per secoli, esisteva solamente il Tu.
Vediamo allora com’è nata la prima forma di cortesia, ossia il Voi.
Il Voi, nella sua forma latina, nasce alla fine del III secolo dopo Cristo in una situazione del tutto particolare. L’imperatore Diocleziano, nel 293, fondò infatti una nuova forma di governo politico chiamata “tetrarchia”. Essa prevedeva che a reggere l’Impero non fosse più solo una persona (l’Imperatore), bensì quattro: due Augusti e due Cesari. Da quel momento, per rivolgersi ai più potenti di un Impero, si iniziò ad usare il Voi, in una forma che oggi in italiano ha il nome di plurale maiestatis
La lingua italiana, che all’inizio della sua esistenza era difficile e mista con il latino, si iniziò a parlare tra la gente qualche secolo dopo e in tutto il Medioevo. Proprio nel Medioevo si usava solamente il Tu o il Voi. E un esempio ce lo dà il nostro amico genio Dante Alighieri, che nella sua Divina Commedia usa sia il Tu (quasi sempre) che il Voi (poche volte): il tu per quelli al suo stesso livello, il Voi per persone di grado superiore o meritevoli di enorme rispetto. E da questo momento il Voi è andato avanti per almeno altri due secoli, ossia fino al 1500 circa, quando qualcuno si stava apprestando a soppiantarlo. Questo qualcuno era il Lei.
1500 circa: il "Lei" inizia a soppiantare il "Voi"
Ma com’è accaduto che il Lei soppiantasse il Voi? E’ successo per l’influenza degli spagnoli, che in quell’epoca dominavano in varie parti d’Italia, dal nord al sud. Gli spagnoli, infatti, come forma di cortesia usavano Usted, una terza persona che portò gli italiani ad introdurre pian piano il Lei. Galileo Galilei usò il Lei per sostituire “Vostra Signoria” in una delle sue maggiori opere scientifiche. In pratica, dal ‘500 fino all’inizio del ‘900, in Italia viaggiano insieme sia il Voi che il Lei.
Ad esempio, lo scrittore Alessandro Manzoni, nel suo famosissimo romanzo I Promessi sposi, che risale a metà circa dell’Ottocento e che leggerete sicuramente a scuola, usa entrambe le forme di cortesia. Ma con quali differenze? Usa il Voi quando i personaggi hanno una certa familiarità reciproca ma quella a cui ci si rivolge appartiene ad un rango sociale inferiore. Usa il Lei, invece, quando non c’è conoscenza diretta e la persona a cui lo si dice si trova ad un livello sociale più alto. Quindi, di conseguenza, il Tu si usa per amici, parenti o conoscenti.
All’epoca della dittatura fascista in Italia, che si è consumata tra gli anni ‘20 e quasi metà degli anni ‘40 del Novecento, il regime del dittatore Benito Mussolini vietò l’uso del Lei a favore del Voi, perché il Voi aveva origine nell’Impero romano, i cui fasti il regime fascista voleva ricreare attraverso la paura e la violenza.
Ma ormai, nel 1938 (appunto l’anno in cui il regime abolì l’uso del Lei), il Lei era già diffuso in tutta Italia e la disposizione fascista non ebbe una grande efficacia.
Quando cadde il Fascismo, il Voi è stato definitivamente accantonato proprio perché per la gente era legato ad un’imposizione della dittatura. Il Voi è rimasto in uso tutt’oggi nell’Italia del sud, soprattutto a Napoli e dintorni.
Oggi ci si dà del tu o del Lei senza per fortuna tener conto delle condizioni sociali. Di solito si dà del Lei a persone più grandi di età, in segno di rispetto, o verso insegnanti e sconosciuti di età maggiore alla nostra.