C'era una volta tanto, tanto tempo fa, anzi, milioni di anni fa, il Mar Mediterraneo. A dire la verità però, più che un mare era una grande pozzanghera salata.
Potrebbe iniziare così una storia che racconta il passato del nostro mare più caro e vicino. Un passato di 5 - 6 milioni di anni fa, quando il Mar Mediterraneo arrivò quasi a prosciugarsi e il livello delle sue acque si abbassò di molto. Basta solo pensare che lo stretto di Gibilterra si era chiuso (addio passaggio all'Oceano Atlantico!) e che da Milano (che all'epoca non esisteva, chiaro!), si sarebbe potuto arrivare a piedi in Corsica, Sardegna, ma anche Sicilia! Per non parlare delle spagnole Isole Baleari, che di isole non avevano più niente.
Proprio in questo periodo, mentre in superficie si sfiorava il prosciugamento, nel sottosuolo il maga si espandeva, scatenando diverse eruzioni vulcaniche in zone che oggi corrispondono all'Italia, Egeo, Turchia, Siria, Marocco e Spagna meridionale. L'evento è stato chiamato "crisi di salinità del Messiniano" (dal nome del periodo storico in cui avvenne).
Fantascienza? No. Uno scenario ricostruito da un gruppo di ricercatori dell'Università di Ginevra, coordinato da un italiano, Pietro Sternai. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Geoscience.
Le conseguenze del Mar Mediterraneo quasi prosciugato?
Fino ad ora c'erano state solo delle ipotesi. Quella del ricercatore Sternai è la prima ipotesi plaisubile.
L'acqua nel Mediterrano si abbassò molto velocemente e questo creò una decompressione del manto terrestre. Questo fenomeno influenzò il magma, che a sua volta trovò via libera e si scatenò come non mai, causando una serie di eruzioni vulcaniche.
Secondo Sternai quello che resta di questa vivace attività vulcanica sono intrusioni di magma a bassa profondità, incastrate nella crsosta terreste sotto l'Isola del Giglio e l'Elba, in Toscana.