"Faccio i compiti delle vacanze o non li faccio? E quando li faccio?", direte voi camminando su e giù per la vostra cameretta come dei piccoli Amleto, scrutando il libro dei compiti che avete in mano come il principe di Danimarca aveva un teschio. E poi un occhio e un orecchio tesi verso la porta, ansiosi per il possibile arrivo di babbo e mamma che, se vi vedessero senza far nulla, si arrabbierebbero molto. Quindi vi starete chiedendo se farli tutti subito e togliervi il pensiero, oppure se farli tutti alla fine delle vacanze poco prima del ritorno in classe. Di farli un po' alla volta, magari tutti i giorni, non vi balena nel cervello neanche per errore.
E come fare per non farsi sgridare da papà e mamma e non essere costretti da quei due loschi figuri a mettervi alla scrivania a lavorare e zitti? E se arrivassimo ad un compromesso? Tipo: faccio un po' di lezione e poi quello che mi pare. No? No, non funziona. Quindi? Parlare con entrambi? Ecco, perché no? Mentre voi giocate al gatto e alla volpe con i vostri genitori "mastini da guardia", noi, che non sapremmo esattamente cosa consigliare a voi e ai vostri papà e mamme, ci siamo rivolti a chi ne capisce sicuramente di più.
È la domanda che abbiamo fatto a Flavia Di Caro, 31 anni, psicologa e neuropsicologa, esperta in psicopatologie dell'apprendimento. Flavia lavora a Milano in un Centro di psicologia dell'età evolutiva ed è ogni giorno a stretto contatto con bambini e adolescenti con difficoltà dell'apprendimento.«È ugualmente dannoso - spiega Flavia Di Caro - sia fare subito tutti i compiti per le vacanze, che svolgerli tutti insieme poco prima del rientro a scuola». Perché?
«Perché la nostra memoria - prosegue la dottoressa Di Caro - necessita di consolidarsi in maniera dilatata nel tempo. Anzi, per avere un apprendimento duraturo è fondamentale reiterarlo, poiché ad ogni ripetizione viene aumentata l'attivazione neuronale, così come viene aumentato lo sparpagliamento dei dettagli dell'informazione su più cellule e circuiti".
"Innanzitutto organizzare il proprio tempo tramite un planning, magari insieme ai propri genitori e possibilmente sotto forma di gioco. È importante che i genitori non impongano, ma che condividano con i figli. È consigliabile lasciare delle settimane di totale libertà dai compiti, che per il resto vanno distribuiti in maniera equa". Sì, ma come? In che misura?
«La misura dipende da quanto lavoro c'è da fare - precisa Flavia Di Caro - Diciamo che per i più piccoli può bastare un'ora o poco più al giorno, tranne il sabato e la domenica, mentre per i più grandicelli due ore ma non di più. Ed è importante fare 5 minuti di pausa ogni 20-30 minuti di lavoro. Per evitare la monotonia, è opportuno alternare le materie. E dopo aver finito i compiti, premiatevi uscendo all'aria aperta».
Allora, fermi un attimo e ricapitoliamo: non fuggite più dai vostri genitori. Anzi, parlateci e fate insieme a loro un piano di lavoro, cercando di seguirlo svolgendo i compiti ogni giorno ma lasciandovi delle settimane completamente libere. Fate pause di 5 minuti ogni 20-30 minuti di lavoro, e alternate sempre le materie, altrimenti che barba! Non fate i compiti il sabato e la domenica, e ogni volta che finite una sessione, premiatevi uscendo all'aria aperta. In questo modo dovreste essere contenti e fare felici papà e mamma, che non vi sgrideranno (non per questo, almeno).