L’apparato digerente comprende la porzione del nostro corpo che va dalla bocca fino all’intestino, per terminare con l’apertura anale. La sua funzione è quella di trasformare cibi e bevande in energia e nutrimento per il nostro corpo e di eliminare gli scarti, cioè quelle sostanze che non ci servono.
PARTE TUTTO DALLA BOCCA
Quindi, l’apparato digerente inizia dalla bocca: qui troviamo i denti - utili per sminuzzare i cibi in modo che possano essere digeriti più facilmente (pensate se dovessimo inghiottire il torrone senza denti!) - e la lingua, importantissima per il senso del gusto.
È merito della lingua, infatti, se distinguiamo i cibi dolci, dai salati e da quelli amari. Se non avessimo questo importante organo, ad esempio, la pizza margherita e la matita che rosicchiamo quando siamo nervosi avrebbero lo stesso sapore, vale a dire… nessun sapore!
Ci sono poi le cellule che producono muco per tenere umido l’interno della bocca e le ghiandole salivari: tra queste ghiandole sono importanti le parotidi , cioè quelle più grandi. Quando queste ghiandole si infiammano per colpa di un virus ci vengono gli orecchioni: le parotidi fanno male e si gonfiano fino a far assomigliare la nostra faccia a un pallone da basket!
Continuando il nostro percorso, andando dalla bocca verso lo stomaco troviamo la faringe , che un po’ appartiene all’apparato digerente, un po’ a quello respiratorio; poi viene l’esofago e quindi lo stomaco e intestino.
CHE COS'È LA DIGESTIONE?
La digestione è quel processo che serve a produrre energia per il nostro corpo e a espellere ciò che è dannoso (attraverso l’intestino). Questo processo inizia anche prima di mangiare, addirittura quando “vediamo” il cibo.
Esempio: vedo una grossa fetta di torta Sacher in pasticceria e… mi viene l’acquolina in bocca! Cioè, le mie ghiandole salivari cominciano a produrre saliva che serve per ammorbidire il cibo (in questo caso la fettona di torta!) e trasformarlo in una poltiglia (detta bolo) che scivola più facilmente verso lo stomaco (mandar giù la fettona intera non sarebbe altrettanto piacevole!). Quando addento la Sacher, i denti cominciano a sminuzzare la torta mentre la lingua spinge i pezzetti verso il palato in modo da mescolarli alla saliva e trasformarli, come ho detto sopra in bolo. Fatto questo tocca sempre alla lingua spingere la torta verso la gola e più giù. Quando la Sacher - ormai ridotta a un’irriconoscibile poltiglia anche un po’ “schifosa” - arriva all’esofago, i muscoli esofagei la spingono verso lo stomaco dove avviene la digestione vera e propria.
Lo stomaco, ricevuta la poltiglia la frulla ancora un po', e con l’aiuto dei succhi gastrici prodotti dallo stomaco (secrezioni di sali, acqua, muco ed enzimi digestivi), la rende quasi liquida.
A questo punto, quel che resta della nostra Sacher passa nell’intestino che provvede, insieme al fegato e al pancreas, a estrarre gli elementi energetici e nutritivi della torta e a immetterli nel nostro sangue.
La parte di Sacher che non è utile, invece, va a finire in una parte dell’intestino chiamata intestino crasso: qui il nostro corpo recupera una parte dei liquidi e - attraverso il retto e l’ano - butta la parte solida … nel water!