Sapete dove nascono le leggi dello Stato italiano? La risposta giusta alla domanda è il Parlamento. Quest'ultimo però non è un unico luogo perché è diviso in due assemblee la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica.
All'interno di queste due camere si decidono le regole che devono rispettare i cittadini e il funzionamento della nostra società. Le assemblee hanno praticamente gli stessi compiti e per questo motivo il nostro sistema è definito bicamerale perfetto.
Per essere più chiari: Camera e Senato devono approvare lo stesso testo di una legge per poterla trasmettere al presidente della Repubblica che deciderà se farla diventare effettiva o rimandarla indietro al Parlamento per farla discutere di nuovo.
La parola deputato significa "scelto dai cittadini per svolgere una funzione". Per la Costituzione (il testo contente le leggi che fissano i principi e il funzionamento dello Stato italiano) il compito dei parlamentari, dopo essere stati eletti, è quello di rappresentare tutti i cittadini.
La Camera dei deputati si riunisce nell'aula di Palazzo di Montecitorio, nel pieno centro di Roma, e nella sua assemblea trovano posto 630 deputati. Dalle elezioni del settembre 2022 però, il loro numero scenderà a 400, come deciso dai cittadini in seguito al referendum sul taglio dei parlamentari.
Per votare i parlamentari dovrete aspettare di aver compiuto almeno 18 anni di età, mentre se volete diventare deputati le candeline dovranno essere 25. I lavori dell’assemblea si svolgono secondo un calendario che viene fatto rispettare dal Presidente della Camera, ruolo che al momento è ricoperto da Roberto Fico.
I deputati svolgono il loro compito per cinque anni (una legislatura), quando si conclude questo periodo si va al voto e viene eletto un nuovo Parlamento. I principali compiti che rivestono sono legati al processo di discussione, modifica e approvazione delle leggi.
I parlamentari della Camera, come quelli del Senato, devono anche votare la fiducia al governo (ossia dire sì o no al governo) ed eleggere il presidente della Repubblica.
Avrete sicuramente sentito dire dai vostri genitori o alla televisione che esistono partiti di “destra”, “sinistra”, o di “centro”. Questa definizione, nata in Francia poco prima della Rivoluzione francese, è legata semplicemente alla zona nella quale i parlamentari di questi partiti si sedevano all’interno dell’arena politica.
Con il passare del tempo la tradizione è stata portata avanti anche in Italia e oggi, ad esempio, il Partito democratico, definito di centro – sinistra, si siede alla sinistra dell’aula mentre Forza Italia, considerato un partito di centro - destra, prende posto dalla parte opposta.