Quando le giornate si fanno afose, non c'è nulla di meglio che dissetarsi con una bella bevanda fresca. Ma senza elettrodomestici in grado di mantenere freddi i nostri alimenti, tutto ciò non sarebbe possibile. Scopriamo allora l'affascinante storia del frigorifero.
Oggigiorno la conservazione degli alimenti non è più un problema. Nei Paesi cosiddetti "sviluppati" ogni famiglia possiede un frigorifero dove mantenere commestibili i cibi e le bevande: l'unica preoccupazione è al massimo quella di non dimenticarsi le date di scadenza!
Nell'antichità invece la salvaguardia delle riserve alimentari era un bel grattacapo, poiché da esse dipendeva la sopravvivenza di intere comunità. Per fortuna l'uomo è sempre stato una creatura ingegnosa e nei secoli si sono sviluppate diverse tecniche per evitare che i cibi andassero a male troppo velocemente.
Nell'età antica e nel Medioevo, ad esempio, era uso diffuso sfruttare cantine, grotte o cavità molto profonde per conservare il ghiaccio (da qui il nome di ghiacciaia) e la neve delle montagne ricoprendo tutto con uno strato di paglia e foglie secche. Tale copertura agiva infatti da isolante e il ghiaccio non si scioglieva per molto tempo. Il progresso tecnologico e l'espansione delle civiltà andò lentamente a migliorare questi stratagemmi rudimentali e intorno alla conservazione "a freddo" si sviluppò un florido commercio, con navi cariche di blocchi di ghiaccio che salpavano dai Paesi più freddi (es: il Canada) per portare il loro carico alle grandi città dove l'aumento della popolazione comportava un bisogno sempre crescente di materiali per conservare le derrate alimentari.
La prima grande svolta per avviare il passaggio dal mantenimento del freddo alla "creazione" del freddo arrivò nel 1748, quando lo scienziato scozzese William Cullen dimostrò come l'evaporazione di un liquido (in quel caso l'etere) sottraeva calore a ciò con cui e era a contatto e dunque poteva rinfrescare l'ambiente circostante. Cullen non proseguì nei suoi studi per passare dalla teoria alla pratica, ma la sua scoperta aprì la strada ad un lungo periodo di tentativi e sperimentazioni.
Fu così che nel 1835 l'ingegnere americano Jacob Perkins brevettò una "macchina del freddo" che abbassava la temperatura comprimendo e poi rilasciando il vapore d'etere etilico. Tale macchinario, considerato il primo prototipo di frigorifero moderno, venne perfezionato da un medico della Florida, John Gorrie, che qualche anno dopo ideò un sistema per tenere fresco il reparto dell'ospedale della sua città dove venivano curati i malati di malaria.
Tale trovata consisteva in una macchina che alzava la temperatura e la pressione di un gas comprimendolo fino al raggiungimento dello stato liquido, per poi pomparlo all'interno di una grossa spirale dove, espandendosi, rinfrescava l'ambiente. Questo meccanismo è ancora oggi alla base dei nostri frigoriferi.
Tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento il frigorifero divenne un oggetto di uso sempre più comune, fino a diventare l'elettrodomestico odierno che proprio non può mancare nemmeno nella più umile delle dimore. Lo sviluppo delle grandi città e l'avvento dell'industrializzazione diedero infatti una forte spinta al miglioramento della "macchina del freddo", tanto che nel nel 1931 negli Stati Uniti venne messo a punto un nuovo composto chimico refrigerante - il freon - che ottimizzò il funzionamento dei frigoriferi.
Nei decenni successivi però, anche il freon dimostrò un effetto collaterale per nulla trascurabile. Trattandosi di una miscela di clorofluorocarburi, infatti, questo composto che ancora oggi fa funzionare molti dei nostri frigoriferi non solo è molto inquinante, ma è addirittura tra i principali responsabili del buco dell'ozono, l'assottigliamento dello strato gassoso che protegge la Terra dalle radiazioni ultraviolette del Sole.
Fonti: Focus; Le 100 grandi invenzioni (Tom Philbin, Gruner+Jahr/Monadori)