Linee colorate che si rincorrono sulla tela, segni che sembrano rappresentare mondi immaginari dove non c'è spazio per l'essere umano. Sono queste le caratteristiche delle opere di Vassily Kandinsky (1866-1944), uno dei padri dell'arte astratta.
Ma Kandinsky prima di arrivare a questo tipo di immagini, ha iniziato dipingendo soggetti figurativi.
Anzi, prima di tutto studia legge a Mosca, sua città natale, poi però decide di abbandonare la carriera di avvocato per seguire la sua vera passione e nel 1896 si iscrive alla scuola d'arte di Monaco, in Germania. Qui incontra anche una pittrice di cui si innamora: Gabriele Münter.
Inizialmente la sua pittura è influenzata delle novità francesi: impressionismo, puntinismo (piccole pennellate di colori puri accostate) e fauvismo (colori puri, quasi violenti, il cui esponente principale è Matisse); mentre i soggetti si richiamano spesso a temi fantastici di tradizione russa.
In questo periodo Kandinsky è una figura di spicco dell' Espressionismo tedesco.
Ma pian piano i suoi lavori abbandonano sempre di più l'intento illustrativo e nel 1910 realizza il primo acquerello non figurativo che si presenta come uno schizzo con diverse macchie colorate che danno movimento all'immagine.
Un anno più tardi realizza il primo dipinto ad olio astratto dal titolo "Quadro con cerchio". Da qui in poi l'artista chiamerà spesso le sue opere con nomi come "Composizioni" "Improvvisazioni" "Impressioni" sottolineando il forte legame con la musica.
Da questo momento in poi Kandinsky non tornerà più all'arte figurativa. E nello stesso anno, insieme al pittore Franz Marc, August Macke e altri artisti, forma il gruppo del Der Blue Reiter (Il cavaliere azzurro) che riconosce il potere espressivo del mezzo pittorico. E nel 1913, dipinge la sua opera più complessa "Composizione VIII" dove rende ancora più chiaro il suo intento astratto.
Per la prima volta nell'arte figurativa occidentale c'è il rifiuto di rappresentare un soggetto riconoscibile; da questo momento è il colore in sé e la sua forma a trasmettere un messaggio allo spettatore e non più il colore e la forma dell'oggetto da raffigurare. In questo modo la pittura diventa il mezzo privilegiato per dare voce allo spirito.
Ed ecco quindi il parallelo con la musica: che raggiunge l'anima dell'ascoltatore senza bisogno di un supporto materiale. L'arte deve essere come la musica: immateriale, intangibile, eppure in grado di coinvolgere e commuovere gli spettatori.
Tra gli anni Venti e Trenta introduce nei suoi dipinti elementi geometrici come: cerchi, triangoli, oggetti cuneiformi e linee dritte. In particolare l'artista privilegia il cerchio:
"l cerchio è un legame con il cosmico, e io l’adoro come forma. È la forma più modesta, ma si afferma con prepotenza, è precisa ma variabile, è stabile e instabile allo stesso tempo, è silenziosa e sonora insieme, è una tensione che porta in sé infinite tensioni. […]oggi amo il cerchio come prima amavo il cavallo, e forse anche di più".
Con l'avvento del nazismo, Kandinsky si trasferisce in Francia e qui, negli anni Quaranta, elimina le precedenti forme geometriche per dare spazio a nuovi elementi di fantasia che testimoniano l'influenza surrealista.