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Credenti o atei, di Dio parliamo di continuo. Quando vogliamo dire che una cosa è fatta bene (come Dio comanda), che piove moltissimo (che Dio la manda) o che... era proprio ora (se Dio vuole). Anche per salutare qualcuno che parte lo raccomandiamo a Lui dicendo: a(d)Dio!

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Cristiani, musulmani ed ebrei ammettono l’esistenza di un unico Dio. Nell’induismo invece, la divinità può manifestarsi in moltissime forme. Tra le più conosciute c’è Ganesha, che viene raffigurato come un uomo con testa d’elefante e quattro braccia, a cavallo di un minuscolo topolino.

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Secondo i linguisti, il nome Dio viene dalla radice indoeuropea div, e significa "luminoso, risplendente". E' la stessa origine della parola latina dies (dì, in italiano), cioè giorno.

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Secondo il Corano, “ad Allah appartengono i nomi più belli”: da Ar-Rahman (il Misericordioso) ad Al-Sabur (il Paziente). In tutto, sono 99, ma in alcune confraternite mistiche si discute di quale potrebbe essere il centesimo, il più sacro di tutti.

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Che aspetto ha Dio? Per la tradizione cristiana, quello di un grande vecchio con la barba bianca, come l’ha dipinto Michelangelo nella Cappella Sistina. L’islam invece vieta ogni sua raffigurazione, dato che è puro spirito.

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Nella Bibbia, Dio è chiamato in molti modi. Solo uno, però, è considerato il suo vero nome: Yhwh (si legge Javéh), che significa “colui che è”. Fu Dio stesso a pronunciarlo, quando si rivelò a Mosè, per questo gli ebrei non lo possono ripetere.

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La Particella di Dio è l'altro nome del bosone di Higgs, così difficile da trovare che, nel titolo di un libro, il fisico Leon Lederman l'aveva chiamata goddamn particle, cioè “particella dannata”. L'editore, però, ha sostituito goddamn con God, e la particella da dannata è diventata divina!

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"Occhio di Dio" è l’altro nome della nebulosa Elica, nella costellazione dell’Acquario. Sul perché si chiami così non c’è molto da dire: sembra un gigantesco occhio spalancato sull’universo.

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Che cosa c’entra Dio con i numeri? Lo spiegava il matematico André Weil, dicendo che “Dio esiste, perché la matematica non è contraddittoria”. Ma aggiungeva: “Ed esiste anche il diavolo, perché non possiamo dimostrarlo”.

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Nell’antica Grecia, gli dei erano parte della vita di tutti i giorni e non potevano mancare a teatro, dove le tragedie spesso si risolvevano con l’intervento di un attore calato dall’alto con una gru. È da qui che viene l’espressione latina, usata anche oggi, deus ex machina.