Da tempo i calcoli teorici degli esperti prevedevano la presenza di una materia visibile estesa lungo tutto l'universo di cui però, fino ad ora, non si era ancora avuto alcun riscontro.
A scovare la massa mancante è stato un team di ricerca coordinato dall'italiano Fabrizio Nicastro, scienziato dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) che si è orientato in base ai dati del telescopio Xmm-Newton dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea) per risolvere l'annoso problema.
Il gruppo di Nicastro era infatti alla ricerca dei barioni, ossia le particelle subatomiche che compongono ogni cosa intorno a noi.
Questi barioni, rilevati nelle galassie molto molto lontane da noi, sembravano sempre meno presenti man mano che ci si avvicinava al nostro sistema di riferimento.
Credits: Ipa-agency
Qui occorre tener conto che le galassie più lontane sono anche quelle più vecchie: la luce impiega del tempo ad attraversare l'universo, dunque molte stelle e galassie che vediamo oggi, in realtà esistevano decine e decine di milioni di anni fa. Qualcosa nel corso del tempo deve quindi aver reso invisibile la nostra massa mancante!
Utilizzando il telescopio Xmm-Newton, Nicastro e i suoi collaboratori sono riusciti a fare una specie di radiografia al cosmo, utilizzando i quasar (cioè grandi fonti di luce molto distanti da noi) come sorgente per i raggi X.
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In questo modo, analizzando le tracce di materia attraversate da una luce così potente, ci si è potuti accorgere che i barioni scomparsi in realtà si nascondono nei filamenti di materiale caldo e gassoso che si diramano come una ragnatela per tutto il cosmo.
Secondo gli astrofisici, questi barioni si sono scaldati a dismisura nel corso nel tempo a causa della perdita di elettroni, diventando così pressoché invisibili ai normali infrarossi.
Lo studio è apparso sulla rivista Nature.