Non c’è dubbio, negli ultimi anni la superstar del Sistema solare è stata Marte. Il Pianeta rosso ha attirato l’attenzione di tutti perché sarà lui a ospitare la prima colonia umana spaziale. Eppure nell’ultimo anno qualcosa è cambiato e un pianeta, rimasto nell’ombra per parecchio tempo, è tornato sotto i riflettori delle agenzie spaziali. Stiamo parlando di Venere.
A giugno del 2021 sono state approvate tre missioni destinate all’esplorazione di Venere. Si parte con Veritas e DaVinci+ della Nasa (l’agenzia spaziale statunitense), ossia un orbiter che creerà la mappa del pianeta e una sonda che arriverà al suolo. A questi si aggiunge l’orbiter EnVision dell’Esa (l’agenzia spaziale europea) che analizzerà atmosfera, superficie e sottosuolo. Date di lancio tra il 2028 e il 2030, che marcherà l’inizio di un rinascimento venusiano, dopo che l’ultima missione della Nasa, Magellan, si è conclusa nel lontano 1994.
Venere è considerato il pianeta più luminoso di tutti, la prima stella che “si accende” quando fa buio. Ma sai perché? È a causa delle nubi (composte da zolfo e acido solforico) che lo ricoprono e che riflettono, così, buona parte della luce solare.
In realtà la Terra ha molto più in comune con Venere che con Marte: sono entrambi pianeti rocciosi, si trovano nella fascia di abitabilità (cioè alla giusta distanza dal Sole) e hanno dimensione e composizione simili. Insomma, Venere è la gemella della Terra ma in versione... infernale.
Ha un’atmosfera tossica, fatta per il 95% di anidride carbonica, ed è ricoperta da nubi di acido solforico, un acido in grado di corrodere pelle, ossa e metalli in pochi istanti. Al suolo la temperatura si avvicina ai 500 °C, abbastanza per arrostire qualsiasi astronave. E, per finire, ha una pressione atmosferica 90 volte superiore a quella della Terra: come trovarsi un chilometro sott’acqua. Insomma, i rover marziani su Venere verrebbero distrutti. Il fatto che, per altri versi, Venere sia così simile alla Terra la rende molto interessante e fa pensare che forse, nel lontano passato, potesse avere un clima simile a quello terrestre.
Nell’atmosfera venusiana è stata rilevata un’elevata quantità di una molecola detta “acqua pesante”, un possibile indizio del fatto che miliardi di anni fa ci fossero oceani liquidi. Poi però dev’essere successo qualcosa di terribile. Secondo gli scienziati, forse un disastro ambientale provocato dai vulcani: l’anidride carbonica liberata da moltissime eruzioni avrebbe innescato un effetto serra incontrollato e quindi il surriscaldamento del pianeta. Lo scopo delle tre missioni sarà quindi di verificare questa ipotesi e anche cercare di capire in quale periodo il clima è cambiato. Se il riscaldamento si fosse verificato dopo diversi milioni di anni dalla nascita del pianeta, allora Venere potrebbe aver ospitato per molto tempo un mondo tropicale con fiumi, laghi e mari. Un paradiso perduto e forse ricco di vita.
Ma su Venere non soltanto il clima è un po’ pazzerello per noi umani, anche il tempo! Se avessi una tuta capace di proteggerti, passeresti un week-end su Venere? Se sì, preparati a una vacanza di quasi due anni! Lì infatti il giorno, cioè il tempo che il pianeta impiega a compiere una rotazione completa sul suo asse, equivale a 243 giorni terrestri; in compenso un anno (un giro attorno al Sole) dura meno di un giorno venusiano: 225 giorni! Inoltre, Venere ruota intorno al proprio asse al contrario rispetto alla Terra: il Sole sorge a ovest e tramonta a est.
Insomma, Venere non è solo la stella più brillante del cielo, ma un paese ricco di segreti che, si spera, saranno presto scoperti!