Il pianeta Urano fu scoperto il 13 marzo 1781 dall'astronomo tedesco William Herschel. A lungo le osservazioni lo hanno raccontato con delle cinture di nuvole simili a Giove. Nel 1986, però, la sonda della Nasa Voyager 2 lo ha raggiunto (la sua minima distanza dalla Terra è di 2,57 miliardi di km) e ha scoperto che in realtà è liscio come una palla da biliardo.
Urano era considerato un pianeta tranquillo ma, grazie alle immagini di Hubble, si è rivelato per quel che è davvero: un mondo dinamico, ricco di nuvole che lo rendono il più luminoso pianeta del Sistema solare esterno e con un sistema di anelli decentrati, che gli ruotano attorno come fossero delle ruote fuori asse.
Urano non ha una superficie solida, è un pianeta gassoso: una palla di idrogeno ed elio il cui caratteristico colore blu dipende dall'assorbimento della luce rossa fatto dal metano disperso nell'atmosfera. Le nuvole infatti, probabilmente, sono fatte di cristalli di metano e condensano quando, dal profondo dell'atmosfera del pianeta, sgorgano delle calde bolle di gas.
Pensate, focusini: se la primavera terrestre fosse simile a quella di Urano vivremmo in mezzo a tempeste spaventose ed enormi, con temperature di 300 gradi sotto zero e un diametro che potrebbe raggiungere i 1.300 km: praticamente coprirebbero l'Europa da Milano a Londra!
La ragione di queste bizzarrie meteorologiche sta nella particolare rotazione di Urano. Vediamo perché. Sulla Terra le stagioni dipendono dal fatto che il polo di rotazione è leggermente inclinato. Questo fatto comporta che, mentre la Terra si muove attorno alla sua orbita, gli emisferi australe (quello meridionale) e boreale (il nostro) sono alternativamente rivolti verso il Sole e verso l'altro lato.
Urano, invece, è completamente riverso su un fianco (lo vediamo bene nell'immagine qui sotto) e questo fatto crea stagioni lunghe 20 anni e un clima assurdo: per quasi un quarto dell'anno di Urano (che dura la bellezza di 84 anni terrestri) il sole splende direttamente sui due poli, mentre l'altra metà del pianeta rimane immersa in un inverno buio, lungo e gelido.
Il video che potete vedere all'inizio dell'articolo è stato creato da Erich Karkoschka dell'Università dell'Arizona, scienziato che lavora con il telescopio spaziale Hubble. In un paio di minuti, grazie all'accelerazione video chiamata time-lapse, vediamo scorrere 5 anni della vita di Urano e il suo emisfero nord, appena uscito dal suo lunghissimo inverno. E vediamo la luce del Sole che raggiunge alcuni punti e che riscalda l'atmosfera e, in modo chiaro, anche l'oscillazione degli anelli che lo circondano, fatti di miliardi di sassi, e le sue molte lune.
Fonti: Hubblesite, Nasa