Alle ore 14 di oggi, 15 settembre 2017 le antenne australiane della Nasa riceveranno l’ultimo segnale radio della sonda Cassini. Un segnale partito un’ora e 23 minuti prima dagli strati più alti dell’atmosfera di Saturno. Pochi secondi dopo la sonda si disintegrerà, per effetto delle potenti forze aerodinamiche dovute alla sua grande velocità di caduta. Pensate, focusini: Cassini si sarà lanciata verso Saturno alla velocità di 30 km/s. Vuol dire che andrebbe da Roma a Milano in 20 secondi!
Cassini ha iniziato il suo fantastico viaggio il 15 ottobre 1997 dal poligono spaziale di Cape Canaveral (Usa). La missione, guidata dalla NASA con importanti contributi dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e della European Space Agency (ESA), aveva il compito di esplorare il sistema di Saturno con le sue molte lune e i suoi anelli.
Giunta a Saturno il primo luglio 2004, dopo una lunga fase di assestamento Cassini ha iniziato una complessa sequenza di orbite che hanno permesso di visitare tutti i satelliti e osservare da vicino il pianeta e i suoi spettacolari anelli.
Le scoperte sono andate ben oltre le attese e a queste l'Italia, con gli scienziati dell'università La Sapienza di Roma, ha contribuito con un ruolo di primissimo piano grazie alla realizzazione di due importanti strumenti a bordo di Cassini. Si tratta del radar e di un complicato apparato chiamato "traslatore di frequenza", costruiti in Italia da Thales Alenia Space Italia.
Anche i risultati scientifici sono stati importantissimi. Un primo traguardo è stato raggiunto nel 2002, quando la sonda si trovava ancora tra Giove e Saturno: la sonda è riuscita a misurare il ritardo nella propagazione dei segnali radio causata dalla gravità solare. A tutt’oggi, questa è la più accurata conferma sperimentale della teoria della relatività generale di Einstein.
Nelle sue danze attorno a Saturno, Cassini ha poi reso possibile la scoperta di mari e laghi di idrocarburi liquidi sulla superficie di Titano (la seconda luna del sistema solare, per dimensioni), la determinazione della struttura interna del satellite e la scoperta di un nucleo roccioso di circa 2.000 km di raggio. Grazie alla misura delle maree di Titano, infine, è stata rivelata l’esistenza di un oceano di acqua liquida, profondo fino a 170 metri, sotto la crosta ghiacciata del satellite.
Nel 2014 è stata poi rilevata una grande quantità di acqua liquida (pari a circa 240 volte il lago di Garda), sotto i ghiacci a -190 °C del polo Sud di Encelado (un'altra piccola luna di Saturno, di appena 252 km di raggio. Quell'oceano copre una base di rocce e di silicati (minerali composti prevalentemente da ossigeno e silicio), base che costituisce una sede ideale per lo sviluppo di reazioni chimiche complesse quali quelle necessarie per la vita.
I membri del team scientifico italiano di Cassini e i loro gruppi di gruppi di ricerca operano presso il Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell'università La Sapienza di Roma sotto la guida del professor Luciano Iess, e il Dipartimento di Ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni con il professor Roberto Seu. «In più di dieci anni nell’atmosfera di Saturno», sottolinea Luciano Iess, «Cassini ha visitato tutte le principali lune del pianeta e prodotto una serie di straordinarie scoperte. L’eredità che lascia alla comunità scientifica internazionale è immensa».
Durante le fasi finali di questa entusiasmante missione, iniziate il 26 aprile di quest’anno, Cassini è passata 22 volte vicinissima a Saturno permettendo di gettare luce, per la prima volta, sulla struttura interna di Saturno, gigante gassoso del nostro Sistema Solare e di rivelare l’età dei suoi anelli.
Guarda, in questa animazione della Nasa, come saranno le fasi finali del tuffo di Cassini verso saturno