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FocusJunior.itScienzaSpazioI protagonisti dello spazio: fisici, astronauti e ingegneri che ci hanno portato tra le stelle

I protagonisti dello spazio: fisici, astronauti e ingegneri che ci hanno portato tra le stelle

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Scopriamo i segreti delle grandi scoperte astronomiche attraverso invenzioni e personaggi che negli anni ci hanno portato (e ci porteranno) a conquistare lo spazio e i suoi misteri.

Per cominciare a studiare il cielo basta alzare gli occhi di notte e guardare le stelle. Ci sono un sacco di cose che si possono imparare guardando nel buio a occhio nudo. Per esempio che la Luna non sorge sempre nello stesso posto né vi tramonta e che una delle “stelle” più luminose del nostro cielo è in realtà un pianeta: Venere.

DIFFERENZA TRA STELLE E PIANETI

Sapete come si distinguono? Be’, le stelle scintillano, sembra cioè che si accendano e si spengano un poco, a intermittenza, mentre i pianeti emanano una luce fissa. Se poi la vostra passione per il cosmo aumenta (ed è facile che succeda: è dalla preistoria che l’uomo alza lo sguardo al cielo per studiarlo) ci sono molti modi per soddisfarla. 

Per esempio diventando, da grandi, astrofisici, in modo da studiare stelle e galassie. Oppure ingegneri spaziali, per progettare razzi da lanciare verso mondi inesplorati. Potreste anche diventare astronauti e perfino esobiologi, ossia studiosi delle possibili forme di vita extraterrestre. Il conto alla rovescia sta per finire, venite con noi in questa fantastica avventura tra le stelle.

GUARDARE LE STELLE SENZA TORCICOLLO

Se qualcuno vi dicesse di essere un astrofisico di certo pensereste che passi la notte a guardare il cielo, incollato a un telescopio. Ma non è più così. Guardare le stelle è diventata una cosa molto più tecnologica e non fa più venire... il torcicollo. I telescopi moderni, infatti, riprendono da soli immagini bellissime che si possono tranquillamente studiare al computer, seduti a una scrivania. E ci sono così tante ragioni per studiare il cielo che ci si può sbizzarrire!

C’è chi lo studia per capire perché l’Universo si espande sempre più velocemente (e, come Adam Riess, poi vince il premio Nobel). C’è chi lo fa per dimostrare l’esistenza delle onde gravitazionali previste da Albert Einstein cent’anni fa. E c’è chi immagina come possono essere fatti i buchi neri e continua a studiare l’universo anche se è costretto su una sedia a rotelle, come Stephen Hawking. Pensa che i suoi genitori volevano a tutti i costi fargli fare il medico: non si immaginavano che sarebbe diventato uno degli scienziati più famosi del mondo!

D’altra parte la sua esistenza è una continua sfida: nel 1963, ad appena 21 anni, gli avevano detto che avrebbe avuto una vita breve a causa di una grave malattia. Anche Hawking, però, potrebbe fare poco senza l’aiuto di altri, ossia degli studiosi che esplorano lo spazio in un modo diverso. Sono coloro che progettano i satelliti e le navicelle spaziali, oppure inventano potentissimi telescopi.

IL MIGLIOR INGEGNERE AEROSPAZIALE È UNA DONNA

Uno dei migliori ingegneri aerospaziali, cioè gli scienziati che progettano tutto ciò che vola nello spazio, è l’italiana Amalia Ercoli Finzi. Quando, a 25 anni, si è laureata al Politecnico di Milano è stata la prima donna a ricevere la lode!

E sono sempre loro, gli ingegeri aerospaziali, a inventare le navicelle che vanno su Marte e i robot che devono poi esplorarlo. Sono gli ingegneri come Ercoli Finzi a inventare le navicelle e le sonde che viaggiano per milioni di chilometri, fotografano oggetti lontanissimi come le comete o pianeti nani come Plutone e poi spediscono fin qui sulla Terra le immagini che hanno scattato. Di diavolerie spaziali Amalia ne ha inventate davvero tante nella sua vita, comprese quelle della missione Rosetta, la sonda che, dopo 10 lunghissimi anni di viaggio è atterrata su una cometa.

Certo, Amalia non ha fatto tutto da sola: per progettare una missione spaziale bisogna essere in tanti. Ed è chiaro che poi tocca di nuovo agli astrofisici - come il compianto Stephen Hawking - cercare di capire che cosa vogliono dire le informazioni che le sonde, i satelliti, i telescopi e le navicelle spaziali hanno raccolto. Bisogna, insomma, lavorare tutti assieme, con persone che sappiano usare bene i computer, inventino i programmi per analizzare i dati oppure sappiano guidare qui, dalla Terra, un robot che lavora nello spazio.

IL SOGNO DEGLI INGEGNERI SPAZIALI...

... È di portare l’uomo su Marte entro i prossimi 10-15 anni ed è lo stesso degli astronauti. Il viaggio durerà mesi (pensate che noia!) e, anche se ci sono tantissimi problemi da risolvere (che cosa mangiare, come proteggersi dai pericolosi raggi cosmici e, non è un dettaglio, come tornare), viaggiare nello spazio come astronauta è ancora il modo più emozionante di partecipare alla scoperta del cosmo.

Ogni astronauta che arriva sulla Stazione spaziale internazionale, che gira attorno alla Terra a 400 chilometri di altezza e a una velocità di 27.600 km all’ora, al suo rientro racconta che è stata un’avventura straordinaria.

Anche Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana che sia arrivata così lontano, l’ha detto. “AstroSamantha” ha coronato il sogno che aveva fin da bambina e racconta sempre, ai ragazzi che vorrebbero ripercorrerne le orme, che non esiste “un’università degli astronauti”: bisogna, prima, fare qualche altro lavoro (per esempio il pilota nell’aviazione) e poi avere un po’ di fortuna.

È certo, comunque, che l’uomo che per primo scenderà su Marte, come Neil Armstrong fece sulla Luna nel 1969, è già nato: resta solo da scoprire chi sia!

ALTRE FORME DI VITA NELLO SPAZIO

La maggior parte degli scienziati pensa che, da qualche parte nello spazio, ci siano altre forme di vita. Ma di che tipo? Potrebbero benissimo essere minuscoli batteri anziché i classici... omini verdi con le antenne! E allora come si fa a vedere se c’è qualcosa di vivo lassù, su un lontanissimo pianeta?

Per risolvere questo mistero bisogna fare squadra: fisici, chimici, biologi, ma anche geologi (gli studiosi delle rocce e del suolo) e persino medici sono al lavoro in una nuova scienza chiamata esobiologia, cioè lo studio della biologia extraterrestre.

Nessuno sa come andrà a finire questa caccia. Ma sia chiaro: se il cielo è una tua passione puoi studiarlo da subito, anche se non sei ancora all’università! Puoi infatti diventare un astrofilo, ossia uno dei tantissimi appassionati degli astri che guardano al cielo con un piccolo telescopio per il puro piacere di farlo. Nella ricerca spaziale gli astrofili collaborano con gli scienziati in un sacco di progetti, da quelli per studiare le galassie a quelli per cercare le stelle supernovae o delle nuove comete. Senza gli astrofili molte cose non si scoprirebbero perché l’universo è gigantesco, immenso e per studiarlo, come sempre, l’unione fa la forza.

RECORD SPAZIALI

- Con il suo specchio di 10,4 m di diametro il Gran Telescopio Canarias, alle isole Canarie, è il telescopio ottico più grande. Verrà battuto dal futuro E-ELT, in Cile, che avrà uno specchio di 39 metri!

- Più di 14 mesi nello spazio. Il cosmonauta russo Valerij Polyakov ha vissuto sulla stazione orbitante russa Mir 438 giorni di seguito! Christina Koch invece, con 328 giorni detiene il record tra le donne.

- Maxi pianeta. Finora sono stati scoperti più di 4.000 pianeti al di fuori dal Sistema solare (sono gli esopianeti). Il più grande di tutti, per ora, pare essere quello chiamato HAT-P-32b: è 20 volte più grande della Terra.

- La Via Lattea le fa un baffo. La nostra galassia è sconfinata ma impallidisce rispetto alle dimensioni di altre galassie. La più grande scoperta finora, chiamata IC-1101, contiene mille volte più stelle della nostra Via Lattea!

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