C'è vita su Marte? E' la domanda che noi umani ci facciamo dai tempi in cui l'astronomo italiano Schiapparelli nel 1877 notò sulla superficie alcune linee che definì canali. Definizione che in inglese venne tradotta con "canali artificiali", quindi costruiti da qualcuno. Nacque così il mito dei marziani.
Oggi sappiamo che su Marte non c'è nessuna civiltà evoluta, ma forme di vita unicellulari, microbi per intendersi, potrebbero esserci, o esserci state in passato.
Negli ultimi anni il pianeta rosso è all'attenzione delle grandi agenzie spaziali. Prima tra tutte la Nasa che ha inviato diversi rover (robottini). L'ultimo atterrato il 18 febbraio 2021 è il sofisticato Perseverance, si tratta di un vero e proprio laboratorio ambulante, alimentato da pannelli solari e dotato di strumentazioni avanzatissime. Uno dei suoi obiettivi è proprio quello di trovare tracce di vita.
E qualcosa è stato trovato: rocce che contengono molecole organiche e che, secondo gli esperti dell'agenzia spaziale americana potrebbero essere "una possibile firma della vita", ossia riconducibili "a una sostanza o a una struttura che potrebbe testimoniare l'esistenza di una vita passata sul pianeta rosso, ma che potrebbero anche essere state prodotte senza che ci fosse vita". Insomma troppo presto per capire se effettivamente ci troviamo davanti a una scoperta rivoluzionaria.
Infatti gli esperti del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, responsabili dell'attività del rover Perseverance precisano che molecole del genere possono essere prodotte da processi chimici che non implicano la presenza di vita. Bisognerà aspettare nuovi studi e accertamenti per capire meglio.
Queste rocce saranno portate a Terra in futuro, dalla missione Mars Sample Return (Mrs), il cui lancio è previsto nel 2027.