Quando montiamo sul sellino e iniziamo a pedalare, la bicicletta inizia a muoversi restando in equilibrio anche la sua esile struttura non poggi più su alcun sostegno.
È una caratteristica curiosa e non dipende dall'abilità del guidatore: anche quando viene lanciata senza nessuno in sella, la bicicletta riesce a percorre alcuni metri prima di cadere. Si piega, improvvisa perfino delle curve, ma finché mantiene un po' di velocità resta in piedi.
Responsabile di questo prodigioso equilibrio è il cosiddetto "effetto giroscopico", noto anche come "Legge di conservazione del momento angolare".
Il nome è piuttosto complicato, ma in sostanza significa che gli oggetti che ruotano intorno al proprio asse tendono a mantenere fisso il piano di rotazione.
Credits: Ipa-agency
In pratica, è lo stesso movimento delle ruote che le tiene dritte, perpendicolari al terreno, e con loro tutta la bicicletta. Lo stesso accade alle trottole, che restano in piedi solo finché ruotano vorticosamente, alle monetine fatte rotolare su un tavolo e così via.
L'effetto giroscopico è stato descritto già all'inizio del Novecento e, grazie all'impiego di grandi rotori, viene sfruttato per mantenere l'equilibrio a bordo di navi, aerei e satelliti artificiali.
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