Cos’hanno in comune un martin pescatore e un treno proiettile giapponese superveloce? La risposta (per quanto incredibile) è... il becco! Lo Shinkansen, treno che supera i 300 km orari, ha il muso ispirato a quello dell’uccellino. Durante la progettazione, 30 anni fa, si vide che correndo nelle gallerie il treno comprimeva grandi quantità d’aria e questo causava degli scoppi all’uscita. Eiji Nakatsu, ingegnere e birdwatcher (osservatore di uccelli) trovò la soluzione. O meglio, la copiò dalla Natura pensando al martin pescatore, un uccello che caccia restando immobile su un ramo: quando vede un pesce si tuffa fendendo l’acqua con il becco allungato e... gnam.
Questo prodigio non resta quasi mai a becco vuoto perché la sua forma perfetta gli permette di entrare in acqua creando il minimo disturbo, senza dare al pesce il tempo di accorgersi di lui. E grazie a questa imitazione lo Shinkansen fa anche meno rumore. Nakatsu non è stato l’unico a essersi ispirato alla Natura: l’umanità lo fa da secoli e uno dei più famosi imitatori fu Leonardo. Progettò le sue macchine volanti osservando i frutti dell’acero, che hanno due “ali” per far volare lontano il seme. Perché la Natura è la nostra maestra per inventarci un mondo sostenibile.
Un mago dell'arrampicata sui muri è il geco. Questo piccolo rettile può sostenere un oggetto fino a 8 volte il suo peso attaccato al soffitto con una zampa sola. Come fa? Le sue zampe sono coperte da piccole setole, ben 14000 per millimetro quadrato. Creano un effetto ventosa di adesione perfetta grazie a forze tra le molecole delle zampe e della superficie, vincendo perfino la gravità. Studiando le zampe del geco è stato inventato un nastro adesivo senza colla mega resistente.
La prima volta che Barbara Mazzolai, esperta di bioingegneria, presentò la sua idea di un robot-pianta, incontrò ben più di una perplessità. I robot si erano sempre ispirati agli animali o all'uomo, dicevano. Le piante erano noiose. Ma neanche per sogno, ribatteva Barbara. Non si scoraggiò e costruì il plantoide: il primo robot pianta al mondo. Le sue radici si muovono nel terreno grazie a sensori per l'acqua e altre sostanze, e possono persino crescere grazie a mini stampanti 3d che "stampano" nuove parti. Il plantoide sarà utilissimo per esplorare terreni sulla Terra e su altri pianeti. Alla faccia degli scettici, le piante sono geniali inventori. Il loto, ad esempio, possiede milioni di microcristalli di cera su fiori e foglie, così resta sempre perfettamente asciutto e pulito anche se vive in stagni fangosi. Ah se esistesse un tessuto con le stesse proprietà: niente più macchie di gelato sui vestiti. Speriamo che gli scienziati lo inventino presto.
Non per la Tillandsia landbeckii, pianta del deserto di Atacama, in Cile. È ricoperta di peli, detti tricomi, che catturano, come in una rete, le goccioline di acqua sospese nella nebbia. Una soluzione geniale per sopravvivere in una delle zone più aride della Terra, assolutamente da copiare per ottenere acqua potabile dove scarseggia. Ad esempio, l'architetto Arturo Vittori ha progettato Warka Water, una torre con una rete speciale che raccoglie dall'aria fino a 100 litri di acqua al giorno. Grazie per l'idea Tillandsia!
Non è fantascienza ma un futuro possibile. Gli scienziati hanno scoperto le foglie delle piante funzionano come generatori di elettricità se sfiorate da foglie artificiali in silicone. Ora bisogna solo inventare la giusta spina.
Immagina un edificio di oltre 30mila m2 e sette piani con negozi, uffici e parcheggio. Si trova in Africa, dove la temperatura arriva a 42 °C (beh, in effetti quest’estate anche da noi...): chissà quanto consuma per l’aria condizionata. Giusto? Sbagliato. L’Eastgate Building Centre di Harare (Zimbabwe, sotto) è del tutto ecosostenibile perché l’architetto africano Mick Pearce lo ha progettato come un termitaio.
Le termiti sono insetti che vivono in colonie di milioni di individui, in torri di terra alte anche più di 10 m e nelle quali coltivano un fungo che, per vivere, deve restare a 31 °C. Per riuscirci nel pieno della savana costruiscono la loro tana con un sistema di cunicoli e un camino che regolano il passaggio dell’aria e mantengono la temperatura costante.
È il principio adottato da Pearce: ventilatori aspirano aria fresca e la distribuiscono a tutto l’edificio tramite condotti, mantenendo un clima gradevole con il minimo consumo di energia. Semplice, geniale ed ecosostenibile. Tutte le storie che ti abbiamo raccontato dimostrano che la Natura, nel corso di milioni di anni, ha già trovato soluzioni intelligenti a molti dei nostri problemi: e allora, non ci resta che liberare la nostra creatività e lasciarci ispirare da lei!
Se ti dico Parigi, sicuramente la prima cosa a cui pensi è la tour Eiffel. Simbolo della città, la torre in ferro a forma di A è alta 300 metri. Ma forse non sai che il suo ideatore, Gustave Eiffel, la costruì ispirandosi... al femore. Eiffel sapeva che la torre, fatta interamente in ferro, rischiava di crollare sotto il suo stesso peso. Allora la progettò con la forma dell'osso più lungo del corpo, abituato a sopportare grandi pesi pur essendo leggero. E voilà, ecco una torre resistente e leggera, che svetta sui tetti di Parigi fin dal 1889.
Il suo nome è Swiss Re Tower, ma tutti lo chiamano amichevolmente "il cetriolono". Questo edificio a ridotto impatto energetico nella City di Londra in realtà è stato costruito ispirandosi alla struttura della spugna marina cestello di Venere.
E adesso tocca te! Tutti possono avere idee geniali. Osserva la Natura che hai intorno: al mare, in montagna e si, persino in città. Ispirati ad essa per la tua invenzione e poi mandaci disegni, fotografie, descrizioni, schizzi. Noi li pubblicheremo perché siamo sicuri che tra di voi ci sono tanti inventori e tante idee brillanti per progettare un futuro migliore per tutti.