Le tragiche immagini provenienti dalle Dolomiti - dove ieri (3 luglio 2022) un enorme pezzo del ghiacciaio della Marmolada si è staccato dalla montagna provocando vittime e dispersi - ci obbligano a riflettere una volta ancora riguardo alle catastrofiche conseguenze del cambiamento climatico. Ma cosa provoca le valanghe? E perché il clima impazzito renderà più frequenti crolli del genere?
La valanga è un fenomeno naturale che si verifica quando una massa di neve o di ghiaccio si muove improvvisamente dalla pendenza sulla quale si trova per precipitare verso valle a grande velocità. Si tratta di un evento decisamente pericoloso, poiché nella sua discesa l'accelerazione di questa massa di materiale imprime alla valanga una grande forza in grado di travolgere tutto ciò che incontra sul suo percorso.
Il pericolo di valanghe si manifesta quando lo strato di neve o ghiaccio sulla montagna inizia ad essere meno compatto. Infatti, quando la neve che si trova su un pendio non è abbastanza coesa da vincere la forza di gravità (può capitare, ad esempio, quando la neve è caduta da poco e non ha fatto in tempo a compattarsi con lo strato già presente), possono avvenire improvvisi cedimenti che innescano la caduta della massa nevosa.
Tuttavia per distinguere con precisione le diverse cause delle valanghe occorre conoscerne le principali tipologie.
Come abbiamo visto leggendo le descrizioni delle varie tipologie di slavine, l'innalzamento di temperatura è un fattore determinante nello scatenare simili fenomeni. Il clima impazzito dunque - che altera i fenomeni meteorologici e rende le stagioni più calde - contribuisce dunque ad indebolire l'assestamento della neve sulle montagne, il quale sarà sempre più instabile e quindi esposto maggiormente a crolli.
Quando si parla di ghiacciai poi, la situazione si fa ancora più preoccupante poiché la mancanza di abbondanti nevicate in inverno, unite a temperature straordinariamente elevate in estate, rischia di moltiplicare eventi simili a quanto accaduto sulla Marmolada, con enormi masse di ghiaccio che, sciogliendosi, s'indeboliscono strutturalmente fino a staccarsi dalla montagna.
Spesso i due termini vengono utilizzati come parole intercambiabili, ma esiste un'effettiva differenza? In realtà no.
Come termini valanga e slavina, sono due sinonimi della lingua italiana che indicano lo slittamento di grosse quantità di neve staccatesi da una parete rocciosa. Quindi, benché cause di distacco e composizione degli ammassi nevosi (e di ghiaccio!) possano esser molto vari, quando parliamo di valanghe e slavine stiamo parlando della stessa cosa.
Molti però preferiscono utilizzare il termine "valanga", soprattutto in studi e trattati scientifici. L’Associazione Interregionale Neve e Valanghe (AINEVA), infatti suggerisce di prediligere questo termine rispetto a "slavina".