Ehm, dovrei assentarmi un attimo. Prof posso uscire due minuti? Posso usare il tuo bagno? Mi reco ai servizi... Questi, e molti altri, sono i modi fantasiosi che escogitiamo per non dire a gran voce “Mi scappa la pipì!". E non è solo un bisogno primario. Infatti c’è chi ritiene questo liquido preziosissimo e chi ci vede, perfino, il futuro delle energie rinnovabili!
La “minzione” è il processo attraverso il quale il nostro corpo espelle le scorie filtrate dai reni. L’urina viene prima raccolta nella vescica e poi liberata attraverso l’uretra.
Principalmente di acqua, per circa il 95% del totale, e in minima parte di urea (2,5%), sali minerali ed enzimi (2,5%).
Il colore giallo paglierino è dovuto all’urocromo ma, in base all’alimentazione e allo stato di salute, la pipì può essere di molti altri colori:
L'essere umano fa circa 2 litri di pipì al giorno. Un po' di più di un cane di grossa taglia, che ne fa circa 1,3 litri. L'animale che ne produce di più è probabilmente l'elefante, con ben 49 litri al giorno, mentre un cavallo arriva "solo" a 8 litri. Quanta ne fa il tuo gatto? 1,8 decilitri.
Una vescica umana ha una capienza media di 200-400 millilitri e quando è piena per metà si inizia a sentire il bisogno di andare a urinare. Se vi sembra di scoppiare tranquilli, non può accadere: ve la farete addosso prima!
Sono molte le storie di persone che, in condizioni estreme, hanno bevuto la propria urina per non morire disidratati. In realtà la scienza parla chiaro: farlo provoca danni al nostro corpo ed equivale a bere acqua di mare... Bleah!
La pipì non è certo un argomento di cui amiamo parlare a tavola o su cui possiamo fare un'amabile conversazione con un estraneo. Eppure nel corso dei secoli ha rappresentato un elemento con cui gli uomini si sono spesso scontrati:
Gli Antichi Romani usavano la pipì per lavare la biancheria e per l’igiene orale: la ritenevano così preziosa che fu tassata!
I cavalieri medievali dovevano togliersi la pesante armatura ogni volta, perché se si bagnava si arrugginiva velocemente...Che faticaccia!
Nel 1917 l’artista francese Marcel Duchamp presenta la sua opera d’arte: un orinatoio!
Nel 2013 alcuni scienziati inglesi hanno sviluppato una cella a combustibile in grado di ricavare energia elettrica dai batteri presenti nell’urina. Potremo unire l’utile al dilettevole: smartphone carico e vescica... ah, leggera!
Nello Spazio non si butta via niente! La pipì che fanno gli astronauti, infatti, viene raccolta, depurata da una macchina e trasformata in preziosissima acqua potabile. Come dice scherzando Samantha Cristoforetti: «Il caffè di ieri diventa il caffè di domani!».