Il 6 maggio di ogni anno si festeggia la Giornata Mondiale dei Colori. Il fine di questa ricorrenza è celebrare l’importanza della creatività e delle differenze individuali. Ma cosa sono i colori? Come fanno i nostri occhi a percepirli? E perché alcune persone hanno difficoltà a distinguerli tra loro? Scopriamo insieme che cos'è il daltonismo.
La visione a colori prende il nome di “percezione luminosa”: il colore che noi vediamo non è un dato oggettivo, ma è il risultato dell’elaborazione delle informazioni inviate dagli occhi al cervello.
Infatti, gli occhi umani sono delle vere e proprie macchine fotografiche, che catturano le immagini del mondo che ci circonda. Grazie a loro siamo in grado di percepire luci, forme e colori.
I raggi luminosi arrivano al nostro occhio colpendo dapprima la cornea (lo strato trasparente più esterno dell’occhio), passando poi per la pupilla (il cerchio nero che abbiamo al centro del nostro occhio). Questo cerchio nero non è altro che un vero e proprio buco, che permette ai raggi di arrivare al fondo dell’occhio, sede della retina, la membrana nervosa oculare.
La retina è formata da due tipi di recettori: i coni e i bastoncelli. I bastoncelli sono maggiormente sensibili alla luce e ci permettono di vedere anche di notte (visione crepuscolare), I coni sono specializzati nella percezione dei colori. Da questi recettori le informazioni intraprendono un percorso nervoso che parte dal nervo ottico ed arriva fino alla corteccia visiva, situata nel lobo occipitale del cervello (a livello della nuca).
Come detto precedentemente, la visione a colori è permessa dai fotorecettori sensibili al colore, ovvero i coni.
L’essere umano ha generalmente una visione tricromatica, in quanto possiede tre tipi di coni: uno deputato alla percezione dei colori vicino al rosso, uno alla percezione di quelli vicini al verde ed uno specializzato nella visione dei colori vicini al blu.
Nel caso in cui questi recettori non funzionino, si sviluppa una condizione chiamata “daltonismo”, detta anche “cecità ai colori”.
Il daltonismo fu scoperto alla fine del 1700 dal ricercatore inglese John Dalton. Lo scienziato era solito lamentarsi di avere difficoltà ad appaiare i calzini rossi, blu e marroni, in quanto gli apparivano di colore molto simile. Dopo anni di ricerca, pubblicò un articolo intitolato Fatti straordinari legati alla visione a colori, in cui riportò varie teorie riguardo il suo disturbo visivo. Era così appassionato a questo fenomeno che, nel suo testamento, chiese di donare i suoi occhi alla scienza, così che venissero studiati!
Successivamente gli scienziati scoprirono che il daltonismo era dovuto nella maggior parte dei casi ad un carattere genetico, che comportava un malfunzionamento dei coni. Il difetto può colpire tutte le tre le classi di coni, portando di conseguenza a tre tipologie di disturbi, generando o una percezione del rosso (il più comune), o ad un difetto di percezione del verde, oppure alla scarsa sensibilità al blu (più raro).
Non proprio. Il daltonismo colpisce circa l’8% degli uomini e lo 0,5% delle donne. Questa disparità è dovuta al fatto che l’alterazione genetica del daltonismo è legata al cromosoma X.
Tutti gli esseri umano possiedono almeno un cromosoma X: le femmine ne possiedono due (XX), i maschi solo un X più un Y (XY). Questo significa che se una femmina eredita un cromosoma X con il carattere del daltonismo, avrà l’altro cromosoma X per compensare, quindi difficilmente sarà daltonica; se invece un maschio eredita un cromosoma X con il daltonismo, essendo l’unico X in possesso, soffrirà di questo disturbo.
Diagnosticare il daltonismo è abbastanza semplice. Il punto di partenza è il racconto della persona: se riferiamo al medico di aver difficoltà a distinguere alcuni tipi di colori (ad esempio confondiamo alcuni pennarelli o abbiamo difficoltà ad appaiare calzini come il buon vecchio Dalton), forniremo un grande indizio.
Esistono poi diversi test oculistici, il più famoso prende il nome di "Test di Ishihara".
Il test di Ishihara è formato da 38 tavole formate da cerchi colorati con all’interno raffigurato un numero o un simbolo, che si confonde con lo sfondo: le persone con visione normale non hanno grande difficoltà a leggere il numero all’interno, quelle daltoniche, non saranno capaci di distinguerne alcuni.