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Perché il mondo è a colori? Ce lo spiega la scienza

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Perché il mondo è a colori? Ce lo spiega la scienza
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Che tristezza un mondo senza colori. Anche perché sarebbe un mondo... tutto grigio. Ma il colore è nelle cose o nella luce? Ce lo spiega la scienza.

Verde come il prato e il cavolo (bleah!), blu come il mare e gli occhi della tipa del quarto banco (wow!)... Ci avete mai pensato? Quando il sole splende alto nel cielo tutto è colorato. Poi, quando tramonta, le tonalità cambiano e sfumano fino a scomparire del tutto quando fa buio. Ma, allora, il colore è nelle cose o nella luce?

7 x 1, L'OPERAZIONE DEI COLORI

A rispondere ci ha pensato Isaac Newton che, a partire dal 1660, iniziò a fare una serie di esperimenti con con la luce del sole. Lo scienziato inglese si accorse che, se fatta passare attraverso un prisma, la luce si scompone in una serie di 7 colori, che insieme formano lo spettro di luce visibile. Conclusione? Nella luce sono contenuti raggi di lunghezza diversa: tutti insieme appaiono come un unico colore bianco, ma se osservati separatamente sono percepiti come colori diversi.

Ma allora perché la matitona che i prof usano per correggere i compiti è rossa (aiuto!) e, prima che ve li consegnino, voi diventate verdi dalla paura? Semplice: ogni cosa riflette la luce in maniera diversa. Un oggetto che riflette tutte le onde luminose appare bianco; uno che le assorbe tutte è visto come nero (che infatti non è un colore ma l’assenza di ogni colore); e quello che invece le assorbe tutte tranne una, ha il colore corrispondente a quell’unica onda.

La clorofilla delle piante, ad esempio, è “allergica” alla radiazione verde, la riflette e, così, noi vediamo le foglie proprio di quel colore. Poi, d’autunno, la clorofilla inizia a diminuire, prevalgono altre sostanze (i caroteni) che riflettono la luce in modo diverso e i boschi diventano gialli, marroni...

MARE NERO

Primari, secondari, chiari, scuri, caldi, freddi... esistono tanti tipi di colori  e tutti noi siamo in grado di distinguere oltre 10 milioni di tonalità. Senza contare quelle che i nostri occhi non percepiscono ma che alcuni animali possono vedere come gli infrarossi (si chiamano così perché la loro lunghezza d’onda è maggiore del rosso, che viene subito dopo) o gli ultravioletti (vengono subito dopo il viola). Non tutti, però, classificano i colori nello stesso modo. Quello che noi definiamo come arancione, ad esempio, Guinea, dove non ci sono nomi per i vari colori ma solo le espressioni “chiaro” e “scuro”. Del resto, il modo di nominare i colori cambia non solo nello spazio ma anche nel tempo: il famoso poeta Omero nell’Odissea dice che il mare è color vino e il sangue è nero!

PSICOLOGIA COLORATA

I colori influenzano in vari modi anche la nostra la mente (una stanza bianca sembra decisamente più ampia di una dipinta con un colore scuro). E secondo alcuni possono persino modificare il nostro umore.

Nei Paesi nordici, dove per tutto l’anno c’è molta meno luce, spesso le case sono dipinte con colori sgargianti per comunicare allegria. Negli ospedali, al contrario, si usa quasi sempre l’azzurro perché comunicherebbe calma e tranquillità. In realtà i ricercatori non hanno ancora ben capito come un colore influenzi il nostro comportamento. Quel che è sicuro, invece, è che in tutto il mondo si attribuiscono ai colori dei significati e che questi possono essere anche molto diversi. In molti Paesi dell’Asia, ad esempio, ai funerali ci si veste di bianco e ai matrimoni di rosso, mentre da noi si usano rispettivamente il nero e il bianco, che vediamo come simbolo di purezza, per nulla legato alla morte.

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