"Forse un giorno si potranno trasmettere messaggi a paesi lontani con un consumo minimo di energia e, conseguentemente, con una minima spesa". Nel 1909, durante la cerimonia di premiazione per il Nobel per la Fisica, Guglielmo Marconi aveva predetto la nascita delle mail, delle chat e delle comunicazioni via internet. Non a caso, fu il principale inventore delle comunicazioni wireless e se oggi puoi ascoltare la radio, guardare la televisione e mandare un messaggio a un tuo amico che vive dall'altra parte del mondo lo devi soprattutto a lui.
Marconi fu probabilmente il più grande inventore italiano: a soli vent'anni avvia la radiotelegrafia senza fili, sfruttando le onde elettromagnetiche, e a 35 riceve il riconoscimento più alto per uno scienziato, il premio Nobel appunto. È ufficialmente riconosciuto come il padre della radio, sebbene sia un titolo conteso con altri due ricercatori, e partecipò anche alla messa in onda delle prime trasmissioni sul canale televisivo della BBC. Ma ci sono ancora tante curiosità su Marconi che potresti non conoscere.
Guglielmo Marconi nacque a Bologna il 25 aprile 1874, da un padre proprietario terriero, Giuseppe Marconi, e una madre irlandese, Annie Jameson, nipote del fondatore della storica distilleria di whisky Jameson&Sons. A causa dei continui spostamenti dei genitori, per i primi anni della sua vita non frequentò la scuola ma prese lezioni private. Si appassionò fin da subito alle materie scientifiche e all'elettrotecnica.
Aveva solo vent'anni quando iniziò a fare i primi esperimenti in un laboratorio casalingo allestito da lui stesso, con l'aiuto del maggiordomo, Mignani, e del fratello, Alfonso. Il suo scopo è chiaro: vuole inventare apparecchiature che facciano la differenza, anche nella vita di tutti i giorni.
La sua attenzione cadde sulla telegrafia che a quel tempo sfruttava fili e cavi e dunque non permetteva di comunicare a grandi distanze. Decise allora di capire un po' meglio le proprietà delle onde elettromagnetiche, ovvero onde che si propagano nello spazio e trasportano energia. Non fu una sua scoperta: il primo a formulare la teoria elettromagnetica fu il fisico scozzese James Maxwell attorno alla metà del 1800 e in quegli anni in diversi laboratori sparsi in tutto il mondo si stavano studiando le possibili applicazioni di questo fenomeno.
Guglielmo Marconi fu però il primo a utilizzarle per trasportare un segnale tra due ricevitori posti a due chilometri di distanza e inframmezzati da una collina. Fu il famoso esperimento del "colpo di fucile", che avvenne nel 1865, ma ne parleremo meglio più avanti.
Per ora ti basti sapere che il giovane inventore decise di trasferirsi in Inghilterra sfruttando la presenza della famiglia materna e alcuni legami con il governo che lo avrebbero aiutato a ottenere il brevetto. Il brevetto è un titolo che indica chi ha inventato una determinata cosa e chi quindi sia il solo autorizzato a sfruttarla o venderla per un certo numero di anni.
Oltre al brevetto, decise di fondare la compagnia, e il primo stabilimento, della Marconi Company. Era il 1897 e il suo intento era chiaro: non voleva semplicemente la gloria, ma far fruttare il suo talento. Grazie a questa società, Marconi rivoluzionò il mondo della radiocomunicazione arrivando ad ampliare la rete radiotelegrafica in quasi tutto il mondo.
Con il passare degli anni, divenne sempre più famoso, grazie anche alle spettacolari dimostrazioni delle sue invenzioni più recenti che lui stesso organizzava. Fu un grande protagonista della scena dei primi decenni del Novecento e fu molto conosciuto anche a livello internazionale, persino negli Stati Uniti.
A soli 40 anni era già senatore del Regno d'Italia (sì, all'epoca nel nostro paese c'era ancora il re) e punto di riferimento dei servizi radio per la sicurezza in mare. Più avanti vedremo a quale incredibile salvataggio partecipò.
Nel 1915, quando l'Italia prende ufficialmente parte alla Prima guerra mondiale, Guglielmo Marconi decide di arruolarsi volontariamente nel Regio Esercito, ma presta servizio principalmente all'interno dell'Istituto Radiotelegrafico della Marina. Questo periodo gli offre l'occasione per svolgere nuovi esperimenti e iniziare a lavorare sulla differenza tra onde lunghe e onde corte.
Non tutti i tipo di onda, infatti, si propagano allo stesso modo nello spazio. Alcune non riescono a raggiungere grandi distanze, tra cui quelle lunghe appunto, altre invece sono in grado di rimbalzare contro la Terra e contro la ionosfera, uno strato dell'atmosfera terrestre composto da particelle con una carica elettrica. La ionosfera agisce come una sorta di specchio e allunga la distanza percorsa dalle onde.
Marconi propende quindi per l'uso di quelle corte, segnando un'altra piccola rivoluzione nel settore della telegrafia: in questo modo le comunicazioni arriveranno più lontano. Alcune infrastrutture come i ponti radio derivano proprio da queste sperimentazioni.
Dopo la guerra, trascorre molto tempo a bordo del suo panfilo, Elettra. Continuò a studiare le onde corte e le microonde, gettando anche le basi per lo sviluppo di apparecchiature come i radar.
Ma nel 1920 accade un altro evento storico che porta la firma di Marconi: la prima trasmissione radio annunciata pubblicamente. Siamo nel Regno Unito e tutte le persone che posseggono un apparecchio radio e si sintonizzano possono ascoltare contemporaneamente un concerto di una famosa cantante australiana che va in onda da uno degli stabilimenti della Marconi Company.
Due anni dopo inizieranno le prime trasmissioni radio regolari allo scopo di intrattenere e non solo di inviare comunicazioni o messaggi. Si potrebbe dire che in quegli anni nasce ufficialmente la radio per come la conosciamo noi.
«Sicuramente per il successo di Guglielmo Marconi è stato determinante il fatto di essere sempre allineato con i governanti, al di là del partito», spiega Marc Raboy, professore emerito alla McGill University di Montreal e autore della biografia "Marconi, l'uomo che ha connesso il mondo" (Hoepli Editore).
E infatti, dopo aver stretto buoni rapporti con il governo inglese per assicurarsi il brevetto, è il momento di quello italiano. Solo che in quegli anni al potere in Italia c'era Benito Mussolini, alla guida del partito fascista. L'adesione di Marconi avviene nel 1923 ed è un sì che gli apre molte porte. Già l'anno successivo viene fondata l'URI, l'Unione radiofonica italiana, la prima concessionaria di radiodiffusione nel nostro paese.
Nel 1928 poi Marconi divenne presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e due anni più tardi presidente della Reale accademia d'Italia carica che lo faceva entrare direttamente nel Gran Consiglio del Fascismo, l'organo che prendeva le decisioni più importanti per la politica italiana.
Ma non è corretto dire che Marconi fosse fascista: semplicemente accettò la tessera per convenienza, senza farsi domande sulle conseguenze delle politiche fasciste in Italia e senza mai partecipare alle riunioni del Consiglio. Era, più che altro, un uomo d'affari che usava la politica per sostenere i suoi obiettivi.
Infatti, da alcune ricostruzioni, sembra che Marconi avesse provato a convincere il Duce a non entrare in guerra contro il Regno Unito, probabilmente perché i suoi affari e la sua vita famigliare ne avrebbe risentito. Va però anche aggiunto che l'inventore era un sostenitore dell'uso pacifico della scienza, per il bene dell'umanità.
L'invenzione più importante di Guglielmo Marconi, ormai lo avrai capito, fu la telegrafia senza fili che gettò le basi per lo sviluppo della radio, ma anche dei sistemi di radio aiuto per il soccorso in mare e della televisione. Un altro elemento che emerge dal racconto della sua vita è sicuramente il suo carattere ostinato e determinato, grazie al quale raggiungerà importanti obiettivi.
Marconi lavorò a molti esperimenti come quelli sulla navigazione cieca, che portarono poi all'invenzione dei sistemi radar, allo studio delle onde corte e delle microonde.
Per capire quale tipo di rivoluzione portarono le sue scoperte, pensa che nel 1909 furono salvati 700 passeggeri da una nave che stava affondando e che era stata in grado di chiedere aiuto sfruttando la telegrafia senza fili di Marconi.
Qualche anno prima, nel 1901, si dedicò a un'altra impresa storica: attraversare l'Atlantico sfruttando le onde elettromagnetiche corte. Accadde nel dicembre del 1901 quando segnali invisibili e non trasportati da fili viaggiarono dalla Cornovaglia fino al Canada: Marconi aveva 27 anni e aveva appena portato a termine la più grande sfida della sua carriera. Le radiocomunicazioni ora potevano raggiungere virtualmente quasi tutti gli angoli del globo.
Ma anche nel 1936, un anno prima di morire, giocò un ruolo fondamentale durante la prima trasmissione televisiva della BBC, la principale emittente del Regni Unito.
Come dicevamo prima, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento le onde elettromagnetiche erano oggetto di studio in tanti laboratori e università sparsi per il mondo. Marconi dunque non era il solo ad aver intuito che si potevano sfruttare per scopi pratici e molto utili. Anche per questo motivo, si contende il titolo di "padre della radio" con altri due ricercatori: lo statunitense Nikola Tesla e il russo Aleksandr Popov.
Nel 1943, ad esempio, la Corte Suprema degli Stati Uniti attribuì a Tesla la scoperta che cambiò il mondo. Ma in realtà non fu esattamente così: Marconi infatti batté tutti sul tempo. «Ricordo che negli anni '50 in casa mia c'era una scatoletta gialla: era una radio. E sopra c'era la marca: Marconi. Per me è sempre stato chiaro che Marconi fosse l'inventore della radio» conferma il professor Raboy.
La prima trasmissione avvenne nel 1895 durante l'ormai celebre esperimento del "colpo di fucile". Nell'autunno di quell'anno, Marconi e il fratello si trovavano nella villa paterna sulle colline del bolognese. I due si posizionarono a due chilometri di distanza l'uno dall'altro, Guglielmo nella Villa Grifoni di Sasso con un trasmettitore e Alfonso appena dopo la Collina dei Cappuccini con un ricevitore.
A un certo punto Alfonso sparò un colpo di fucile in aria: il segnale inviatogli dal fratello aveva superato una collina ed era arrivato fino a lui. Quella fu la prima trasmissione radio della storia.
Marconi ebbe fin da subito un occhio ai possibili risvolti commerciali delle sue scoperte e provò a vendere la sua invenzione al Ministero italiano delle Poste e Telegrafi, che lo prese per pazzo. Decise allora di trasferirsi in a Londra dai parenti materni per ottenere un riconoscimento sia dal punto di vista legale che scientifico. Il brevetto arrivò nel giugno del 1896.
Nikola Tesla aveva basato i suoi studi su tipologie differenti di onde elettromagnetiche mentre Popov realizzò la prima trasmissione radio una ventina di giorni dopo la richiesta di brevetto da parte di Marconi. Insomma, erano tutti sul podio, ma solo uno arrivò effettivamente primo.
Marconi inoltre seppe sfruttare la risonanza della stampa e l'effetto delle sue dimostrazioni sul pubblico, organizzate come dei veri e propri spettacoli, per attirare tutte le attenzioni sul suoi lavoro e garantirsi anche un successo commerciale. Il suo obiettivo era appunto iniziare a produrre radio su larga scala, per permettere più o meno a tutti di acquistarle, anche a chi apparteneva ai ceti meno ricchi.
Guglielmo Marconi morì a causa di una crisi cardiaca nel 1937, quando aveva 63 anni. Una mattina di luglio accompagnò la moglie in stazione a Roma e fece poi ritorno a casa del suocero. Ma lo colse un problema al cuore che il suo medico personale definì subito molto grave. Si spense infatti quella stessa notte.
La notizia della morte del grande inventore ebbe molta risonanza. Le radio del tutto il mondo interruppero contemporaneamente le trasmissioni per due minuti in segno di lutto e rispetto. Ai funerali di stato parteciparono anche gli esponenti più importanti del partito fascista, tra cui proprio Benito Mussolini. Ora le sue spoglie sono custodite a Sasso Marconi, accanto a Villa Grifone.
Guglielmo Marconi ebbe due moglie e cinque figli in totale. La prima si chiamava Beatrice O'Brien ed era figlia di un barone irlandese. Si sposarono nel 1905 ed ebbero tre bambine e un bambino. Purtroppo una delle figlie morì dopo sole tre settimane di vita.
Divorziarono nel 1924 e tre anni più tardi, Marconi sposò Maria Cristina Bezzi-Scali, da cui ebbe una figlia, Elettra. Sì, la chiamò proprio come il suo panfilo e richiamando la sua passione, le onde elettromagnetiche. Elettra era inoltre il nome della divinità greca della luce.
«Marconi non aveva una vera e propria vita privata - ha raccontato il professor Raboy. - Viveva per il suo lavoro. Ad esempio, una delle sue figlie insisteva spesso per andare al lago e un giorno finalmente lui si convince e decide di accompagnarla. Durante il viaggio in macchina, l'autista racconta di essere un radioamatore e di avere anche delle apparecchiature a casa. La gita al lago terminò all'istante e la figlia trascorse la giornata con il padre nella soffitta dell'autista».
Vediamo infine se conosci queste tre curiosità su Guglielmo Marconi:
Nel 1912, l'inventore avrebbe dovuto essere a bordo del famoso transatlantico Titanic assieme alla moglie, ma nessuno dei due prese parte al viaggio. Anzi, si trovava proprio negli Stati Uniti quando giunse la notizia del naufragio e accorse al porto di New York ad accogliere i sopravvissuti che arrivavano a bordo delle scialuppe. Per celebrare il suo gesto, gli fu consegnata una targa d'oro proprio dai superstiti.
Ma un premio fu dato anche ad Harold Bride, il telegrafista che rimase sulla nave a inviare richieste d'aiuto attraverso il radio soccorso anche quando la nave era ormai piena d'acqua. Quel radio soccorso era una delle invenzioni di Marconi.
Il comune di Sasso, in provincia di Bologna, fu rinominato Sasso Marconi proprio per omaggiare l'inventore che fece lì la sua prima trasmissione radio. Ancora oggi si chiama in questo modo.
Sempre negli anni Dieci del Novecento, Marconi fu vittima di un incidente d'auto: mentre stava sbucando da una curva fece un frontale con una macchina che arrivava dalla parte opposta della carreggiata. L'urto fu molto violento, il parabrezza andò in mille pezzi e diverse schegge raggiunsero l'occhio destro dell'inventore. L'occhio fu rimosso e la curva, vicino a Borghetto di Vara lungo la strada per Genova, venne ribattezzata dagli abitanti del luogo curva Marconi.
FONTI: Treccani; "Marconi, l'uomo che ha connesso il mondo (Hoepli Editore). La biografia più completa su Guglielmo Marconi a 150 anni dalla sua nascita", conferenza del 12 ottobre 2024 presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.