Per molti secoli, nella storia dell'uomo, si è pensato che i gusti fossero quattro: dolce, salato, amaro e acido. Nel 1908 il giapponese Kikunae Ikeda propose un quinto gusto: l'umami.
L'umami è il gusto tipico dei cibi ricchi di proteine: è molto sapido (ossia saporito), ed è tipico di tutti quei piatti che contengono, o in parte ricordano, il sapore del dado da brodo confezionato. In Occidente questo quinto gusto non riscosse molto successo (forse a causa di una diversa alimentazione e di un diverso palato!) tanto che, ancora oggi, molte persone non sanno della sua esistenza.
Tu ne avevi mai sentito parlare?
A scompigliare queste certezze, che sembravano ormai sicure, ha pensato l'Università Deakin di Melbourne (Australia). Nel 2007 gruppo di scienziati, infatti, capitanati dal dottor Russel Keast e dalla dottoressa Jessica Stewart ha individuato un sesto sapore: quello del grasso! Bleah!
Molte persone che hanno collaborato alla ricerca, infatti, assaggiando svariati alimenti (dall'olio di oliva al latte) sono riusciti a riconoscere il sapore di una vasta gamma di "grassi" che contenevano. Una prova successiva ha dimostrato che le persone in grado di individuare il gusto del grasso mangiano un minor numero di cibi ipercalorici rispetto a quelle che, il sapore del grasso, proprio non lo sentono!
E così per il team australiano è iniziata una nuova sfida: cercare di ricreare il sapore del grasso e aggiungerlo ad alimenti anti-obesità, in modo tale da ingannare l'organismo con il gusto! Che sia una strada verso la cura degli eccessi alimentari?