La sabbia è un insieme di minuscoli frammenti derivati dall’erosione di rocce e minerali di varia natura (calcari, graniti, quarziti) e dai successivi processi di sedimentazione (fluviale, fluvio-glaciale, marina ed eolica).
La sabbia dei deserti è formata da sabbie di origine eolica, prodotte cioè dall’azione dei venti. Perciò sono composte da granuli di dimensioni piuttosto uniformi tra loro e che, a seconda del deserto considerato, possono variare tra 0,1 e 1 mm di diametro. Ciò è dovuto al fatto che il vento può trasportare solo granelli di queste dimensioni.
La sabbia del mare, invece, è fatta di granuli meno uniformi rispetto alla sabbia del deserto e con misure comprese tra 0,1 e 2 mm. Se i granuli sono più fini si forma il limo, se sono più grossi si ha il ghiaietto e la ghiaia.
Questi tipi di sabbia marina sono prodotti dall’energia e dalla velocità della corrente che trasporta il materiale originario: maggiore è la forza delle onde, maggiori saranno le dimensioni dei granuli.
L'IMPORTANZA (INASPETTATA) DELLA SABBIA
Fin dall'alba dei tempi l'uomo ha utilizzato la sabbia per i più svariati scopi: costruire, ovviamente (la sabbia compone materiali come malta e calcestruzzo), ma serve anche per realizzare il vetro, componenti tecnologiche e perfino la gomma (in silicio). Pensate che nel deserto i beduini la usano anche per lavarsi, strofinandosela addosso insieme ad un po' d'acqua.
Questa importante risorsa però è infinita? Ebbene, nonostante la presenza di sterminati deserti e fondali marini, la risposta è negativa.
Inoltre, sebbene il quantitativo di sabbia sul pianeta ci appaia enorme, non tutta è adatta allo sfruttamento industriale e, soprattutto, non tutta è utilizzabile. Se si cominciasse a prelevare massicciamente materiale dai fondali marini o fluviali, ad esempio, l'ecosistema ne verrebbe fortemente alterato.
In futuro la mancanza di sabbia potrebbe creare problemi seri, visto che la richiesta mondiale è tutt'oggi molto molto alta.