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Credits: Ipa-agency
Avreste mai detto che, se esistesse realmente, Flash potrebbe mangiare tonnellate di hamburger senza ingrassare? E che un pugno di Superman vi scomporrebbe in tutti gli atomi di cui è fatto il vostro corpo? Dopotutto scienza e fantascienza non sono due mondi così lontani come potrebbero sembrare a prima vista, Non a caso tanti eroi dei fumetti come Bruce Banner (Hulk), Tony Stark (Iron man) o Bruce Wayne (Batman) sono in realtà geni o scienziati.

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Secondo l’astrofisico americano Neil deGrasse Tyson, essendo fatto con il materiale di una stella di neutroni, il martello di Thor peserebbe come 300 miliardi di elefanti. Altri, però, hanno contestato questa stima perché, se così fosse, sfonderebbe tutto ciò su cui viene appoggiato. Ma allora perché nessuno riesce a sollevarlo se non pochi eletti? Probabilmente, come sostiene James Kakalios, autore del libro La fisica dei supereroi, è dotato di un biochip che riconosce i parametri vitali di chi cerca di sollevarlo e, se non è autorizzato, emette gravitoni, particelle per ora solo teorizzate.

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È stato calcolato che, correndo a una velocità molto vicina a quella della luce (300.000 km al secondo), Flash dovrebbe bruciare circa 75 miliardi di chilocalorie ogni 100 km e avrebbe bisogno di mangiare circa 150 milioni di hamburger per reintegrarle! Nel fumetto attinge a una misteriosa forma di energia inesauribile ed evita così di mangiare tanto. Nella realtà, invece, non potrebbe mai raggiungere quella velocità.

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Un supereroe cieco e sordo? È quello che accadrebbe ad Ant-Man se davvero fosse in grado di rimpicciolirsi 300 volte, come nei fumetti. «Mentre la crescita è un fatto naturale, non ci si può invece rimpicciolire perché le nostre molecole hanno una struttura precisa e non comprimibile», spiega Elena Tea Russo. Ammettendo per assurdo che si possa fare, dobbiamo considerare che la luce ha una lunghezza d’onda che varia tra i 400 e i 700 nanometri e che la pupilla di Ant-Man diventerebbe talmente piccola da non riuscire a mettere a fuoco. Idem per l’udito.

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Analizzando la velocità a cui viene lanciato nei film e altri dati, un fisico ha calcolato che lo scudo di Capitan America deve pesare circa 20 kg. Fatto di vibranio e adamantio, neanche il martello di Thor può scalfirlo. Ma se questi due materiali esistessero potremmo costruirci un’armatura come quella di Iron Man? Sì ma sarebbe inutile in caso di impatto violento perché, se sbattesse sul terreno a grandi velocità, il corpo non reggerebbe la decelerazione. Uno scudo simile a quello di Capitan America, invece, in teoria si può fare grazie a un materiale chiamato grafene.

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Nel film Batman vs Superman si vedono i due protagonisti combattere. Ma come finirebbe lo scontro nella realtà? «Non ci sarebbe storia: Superman vincerebbe al primo cazzotto. Visto che colpisce a una velocità vicina a quella della luce, se ciò avvenisse il suo pugno svilupperebbe una potenza equivalente a quella scatenata da 45 megatoni di dinamite», spiega la fisica Elena Tea Russo.

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Se un giorno vi svegliaste con un superpotere e doveste salvare una persona che precipita da un palazzo, non fatelo come l’Uomo Ragno o Superman nelle prime storie, ovvero agganciandola con la ragnatela o prendendola tra le braccia dal marciapiede. In entrambi i casi la frenata istantanea sarebbe letale. «Se cado da una grande altezza acquisto anche una grande velocità, a causa di una forza che si chiama gravità», spiega la nostra esperta Elena Tea Russo. Per decelerare istantaneamente occorre una forza molto grande, e se arriva dal marciapiede o dalle mani di Superman cambia poco. I nostri due eroi hanno perciò imparato ad accompagnare verso il basso l’ultima parte di caduta, in modo da frenarla dolcemente