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FocusJunior.itScienzaCuriosità scientificheCorpo umano: se le cellule della pelle si rinnovano, perché i tatuaggi rimangono?

Corpo umano: se le cellule della pelle si rinnovano, perché i tatuaggi rimangono?

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Corpo umano: se le cellule della pelle si rinnovano, perché i tatuaggi rimangono?
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Scopriamo come funziona il meccanismo dietro il tatuaggio e come mai non scompare dopo un certo periodo di tempo

I tatuaggi, si sa, "sono per sempre". Ma quando a scuola veniva spiegato il funzionamento del corpo umano ci è sempre stato detto che le nostre cellule continuano a rinnovarsi nel tempo: dunque perché i tatuaggi rimangono bene impressi anziché scomparire come l'abbronzatura quando torniamo dalle vacanze al mare?

Effettivamente le cellule dell’epidermide, lo strato più esterno della pelle, mutano continuamente: ne perdiamo 40.000 all’ora e circa un milione al giorno. Ma il tatuaggio agisce a un livello più profondo, nel derma. E lì avviene un fenomeno curioso.

Come "funzionano" i tatuaggi?

Quando l’inchiostro viene inserito sotto la pelle tramite gli aghi, infatti, crea una ferita. Il sistema immunitario, allora, lancia l’allarme e fa accorrere i macrofagi, piccole cellule che mangiano il materiale estraneo, cioè l’inchiostro, per ridurre l’infiammazione. Anche altre cellule della pelle, i fibroblasti, inglobano il pigmento che, così, rimane per sempre nel derma colorando in modo permanente la nostra pelle.

Col passare del tempo, i tatuaggi tendono a sbiadire ma per cancellarli ci vuole il laser, che individua le particelle di colore, disgregandole. Funziona meglio con i colori scuri ma ha difficoltà a riconoscere quelli chiari. Ecco perché, a volte, togliere un tatuaggio è molto più complicato (e doloroso) che farlo.

Curiosità 

Il verbo "tatuare" (così come il conseguente sostantivo "tatuaggio") deriva dal francese tatouer, ma gli stessi francesi lo appresero dagli inglesi (tattoo), che a loro volta avevano importato il termine dalla Polinesia, dove gli abitanti di quelle isole indicavano con il tau tau, l'atto di tatuarsi la pelle.

Tra le popolazioni dell'Oceano Pacifico infatti da millenni si usa decorare la pelle con disegni rituali che si pensava avessero un'influenza divina su chi li sfoggiava. Tali disegni - i tatuaggi appunto - venivano impressi sulla pelle battendo con dei pezzi di legno alcuni bastoncini acuminati che "incidevano" il derma. Dal rumore provocato dallo sbattere del legno (tau, tau, tau), nacque la parola onomatopeica tau tau.

Collaborazione al testo di Niccolò De Rosa

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