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Coronavirus: tamponi e test sierologici, che cosa sono?

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Coronavirus: tamponi e test sierologici, che cosa sono?
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Tamponi e test sierologia: che cosa sono? Che differenza c’è? Ve lo spieghiamo qui

Il virus Covid-19 si è diffuso molto rapidamente e, all’inizio, per fare una diagnosi, cioè capire la natura del nuovo Coronavirus, negli ospedali si aveva a disposizione solo il tampone faringeo, ma con il passare dei giorni, invece, è stato realizzato anche il test sierologico per la ricerca degli anticorpi contro questa malattia.

Ma in che cosa consistono questi test?

Il tampone naso-faringeo, serve per diagnosticare la presenza del virus nell'organismo e quindi l'infezione in corso.

I test sierologici, invece, servono per capire se una persona è già entrata in contatto con il virus.

COME SI FA UN TAMPONE NASO-FARINGEO PER SARS-COV-2?


Questo tipo di tampone è un esame rapido (dura qualche secondo) e indolore, viene effettuato inserendo un bastoncino tipo cotton fioc in una narice, abbastanza in profondità nel naso, dove viene prelevato un campione di secrezione nasale. Una volta prelevato, questo campione viene trasportato in un laboratorio.

Che cosa succede in laboratorio?
Si analizza il campione con l'obiettivo è rilevare la presenza del virus. Per questo, viene creata una miscela con le secrezioni prelevate, a cui vengono aggiunti prodotti reattivi fluorescenti. Così,  più il liquido diventa fluorescente, maggiore è la carica virale del campione.

Il virus si deve moltiplicare
Questo tipo di test (chiamato PCR) richiede molto tempo per essere eseguito. Infatti, per rilevare correttamente il virus, si deve prima moltiplicarlo. Come? Attraverso il riscaldamento e il raffreddamento del liquido, più volte,  affinché si verifichino tutte le reazioni chimiche. Perché ciò avvenga occorrono tra le tre e le quattro ore... Oggi, però, oltre al tampone viene utilizzato anche un altro tipo test, più preciso e più rapido. È un test che utilizza una tecnica diversa ed chiamato test sierologico per Sars-Cov-2

CHE COS'È UN TEST SIEROLOGICO PER SARS-COV-2? 

A differenza del test precedenti, questo, non mira a rilevare la carica virale, ma la presenza di anticorpi e si esegue semplicemente con un prelievo di sangue. In realtà, esistono anche alcuni test rapidi già disponibili in commercio (ma solo per le Autorità Sanitarie, il singolo cittadino non potrà acquistarli in farmacia) ed è sufficiente una goccia di sangue ottenuta dal polpastrello di un dito della mano.

Anche se va sottolineato che molti test sierologici per il nuovo Coronavirus sono ancora in fase di sperimentazione e validazione: si stanno accelerando le ricerche per renderli disponibili al più presto per la comunità scientifica.

COME FUNZIONA?

Attraverso questo test si dimostra la presenza nel siero (la fase liquida del sangue) del paziente di alcuni anticorpi che si formano dopo che una persona è stata contagiata. Se gli anticorpi sono presenti significa che il sistema immunitario è già entrato in contatto con il virus, anche se non possiamo sapere quando. Per quel che si sa ad oggi, sembra che per veder comparire gli anticorpi debbano passare come minimo otto giorni dopo l'inizio dei sintomi. Se il test sierologico viene effettuato prima, potrebbe risultare negativo.

È importante sottolineare che i test sierologici non sostituiscono il test (molecolare) fatto sul tampone, che dimostra la presenza o meno di materiale genetico virale, dando quindi la conferma dell'infezione in corso. Servono soltanto per capire se la persona è entrata in contatto con il virus e ha sviluppato le difese immunitarie in grado di proteggerla in caso di nuovo contatto. Ma, purtroppo, non è possibile sapere quanto duri questa immunità protettiva, se per tutta la vita, per anni o per mesi.

(Fonte: Ospedale Bambin Gesù, Roma)

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