Ci specchiamo ogni giorno. E spesso più volte al giorno, perché gli specchi non sono solo quelli del bagno. Anche quelli della macchina che guida papà. O quelli minuscoli presenti negli apparecchi ottici, per non dire della miriade di superfici riflettenti che ci circondano.
Ma sai come vengono realizzati gli specchi? Da quanto esistono?
UN PO' DI STORIA
I primi specchi di cui si ha memoria erano semplici lastre di metallo, spesso argento, rame o bronzo, leggermente curve e che venivano lucidate alla perfezione per renderle riflettenti.
Nel '500 Leonardo Fioravanti ideò una tecnica per fabbricare gli specchi utilizzando mercurio o stagno, cioè dei metalli riflettenti. Questa tecnica venne ripresa dai veneziani, che diventarono dei veri maestri in questa arte, commerciando specchi in tutto il mondo e perfino in Oriente.
LA TECNICA VENEZIANA
Nella tecnica veneziana si prendeva una lastra di cristallo , un tipo di vetro estremamente trasparente e incolore, che veniva resa perfettamente piana e lucidata. Questa lastra, unita a fogli di stagno usando il mercurio come fissante, creava specchi di straordinaria qualità.
Il processo era comunque costoso e complesso e rendeva lo specchio prodotto in questo modo un bene di lusso.
SPECCHI MODERNI
Quasi trecento anni dopo, nel 1835, Justus von Liebig inventò il modo di creare specchi usando un processo chimico di rivestimento del vetro con l'argento . Con una soluzione di nitrato di argento, ammoniaca e acido tartarico venivano fissate assieme minutissime particelle di argento al vetro che poi, sul retro, veniva ricoperto da gommalacca in funzione di protezione.
Oggi gli specchi sono composti da lastra di vetro su cui è deposto un sottile strato di argento o alluminio, fissato al vetro per elettrolisi.
Lo strato metallico è deposto sul lato opposto a quello riflettente ed è ricoperto da una vernice a scopo protettivo. In questo modo il delicato rivestimento è protetto dal vetro stesso. Questa scelta, però, causa una minore capacità riflettente allo specchio, che, in genere, riflette circa l'80% della luce che lo colpisce.