L'eruzione di un vulcano è un evento che parte direttamente dalle profondità della Terra per poi erompere con forza verso la superficie, con quelle colate di lava e esplosioni di gas tanto affascinanti da osservare quanto pericolose per l'uomo e l'ambiente circostante.
Nonostante i grossi mutamenti sismici dietro ogni singolo evento di questo tipo, per gli studiosi non è ancora possibile prevedere molto in là nel tempo quando potrebbe avvenire una nuova eruzione, sebbene la scienza stia lavorando per provare a superare questo ostacolo.
Ciò che i sismologi e i geologi possono monitorare però sono quei segnali che, seppur lievi, possono indicare un'imminente attività vulcanica.
La proverbiale "calma prima della tempesta" trova una perfetta attuazione anche in contesti di questo genere: alcuni vulcanologi dell'Università di Oxford e dell'Università dell'Islanda, coordinati dalla Dott.ssa Diana Roman, hanno infatti notato come un evento vulcanico "esplosivo" importante venga spesso preceduto da un periodo di quiete assoluta, senza scosse sismiche o esalazioni di fumi.
Nota: Le esplosioni non avvengono sempre, ma solo nei vulcani di tipo "esplosivo" appunto, dove uno strato di lava e roccia indurita copre il cratere, fungendo da tappo per il magma, il quale "spinge" con forza per fuoriuscire e, quando la pressione è troppa, genera un violento scoppio di lava e gas.
Dall'osservazione del vulcano Telica, uno stratovulcano in Nicaragua (ovvero un vulcano a "cono" formatosi da vari strati di lava indurita fuoriuscita in precedenti eruzioni), è emerso che prima delle 50 esplosioni occorse durante l'attività, in ben 35 casi si è verificato un intervallo di tempo di almeno mezz'ora dove l'intera struttura vulcanica sembrava essersi acquietata.
Negli altri casi le esplosioni erano precedute da momenti di calma molto più brevi (circa 5 minuti). Solo 2 volte su 50, non è stata riscontrata alcuna quiete prima di un forte evento vulcanico.
Inoltre, prima di ogni eruzione, gli scienziati sono stati in grado di rilevare come la potenza della prossima esplosione fosse direttamente collegata alla lunghezza del periodo di calma che l'aveva preceduta. Maggiore era il tempo di quiete, maggiore era la pressione che si veniva a creare sul magma in uscita, rendendo più potente lo scoppio.
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FONTE: CarnegieScience.com