In questi giorni il clima è bollente. E con il gran caldo il pericolo incendi aumenta a dismisura.
Ma fuoco e fiamme si possono prevenire. Come? Mettendo in pratica buone azioni.
Ce lo spiegano gli esperti di Pefc Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), l’ente promotore della corretta e sostenibile gestione del patrimonio forestale, prendendo a modello una delle foreste certificate della Val di Susa che insieme all’Università di Torino ha avviato un progetto all’avanguardia: PreFeu (che significa prima del fuoco).
Nel 2017 in Val di Susa è a Mompantero si verificò uno degli incendi più devastanti. Le fiamme cancellarono intere superfici di foreste, mandando in fumo ettari di pineta e provocando danni incalcolabili all’ecosistema locale. Il fumo arrivò addirittura a oscurare il cielo di Torino, distante più di 70 km.
Fu questo disastro sconvolgente a far capire alla gente del luogo che una catastrofe del genere non sarebbe più dovuta accadere. Così studiosi, amministratori locali, vigili del fuoco, cittadini si sono uniti per mettere in sicurezza il loro territorio.
Prima di tutto tagliando gli alberi. No, nessuna deforestazione, ma sono stati fatti interventi mirati di pulizia. Dove la vegetazione è troppo fitta, sono stati eliminati gli arbusti vecchi e secchi, i più a rischio incendio.
Poi sono stati creati all’interno del bosco dei percorsi senza alberi, per rallentare le eventuali fiamme.
E per evitare che il fuoco si propaghi da una chioma all’altra (come era successo a Mompantero rendendo quasi impossibile l’intervento dei vigili del fuoco) gli alberi sono stati tagliati ad altezze diverse, rendendo così più difficile il passaggio del fuoco.
Un’altra pratica usata in queste foreste della Val Susa, ci racconta Roberta Berretti del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, è quella del fuoco prescritto: cioè si usa lo stesso fuoco per pulire il sottobosco ed eliminare in modo controllato le parti più infiammabili come le foglie secche. E’ pericoloso? “No” ci spiega, “Ovviamente si deve lavorare in condizioni di sicurezza e con squadre pronte a intervenire. Questa pratica è molto semplice ed economica: con una torcia si dà fuoco al primo strato di sottobosco. Ovviamente nessuno si deve improvvisare, è un lavoro che va fatto da esperti e professionisti”.
Infine, in questa zona sono state create strade che possano portare rapidamente i vigili del fuoco sul luogo e punti d’acqua dove approvigionarsi.
“Il modello PreFreu” ci spiega Roberta “è replicabile ovunque. Abbiamo messo insieme tutti i dati in linee guida e manuali in modo che possa essere applicato anche in altre località. Anche se in Italia purtroppo l’80% dei boschi non è gestita”.
Questa pratica inoltre costa molto poco. Simulazioni al computer, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, hanno anche dimostrato che trattando solo il 5%, si mette in sicurezza più del 50% del bosco. Insomma, converrebbe proprio.
Inoltre, secondo un’analisi del Pefc, i boschi certificati per la gestione forestale sostenibile hanno una probabilità di essere interessati da incendi in misura fino a 9 volte inferiore rispetto a quelli non certificati.
Alle buone pratiche della Val Susa si aggiungono i consigli del Pefc rivolti a tutti i cittadini e turisti:
non lasciare rifiuti in giro e soprattutto mai e poi mai accendere fuochi al di fuori delle aree predisposte, e bisogna evitare di farlo in ogni caso se il vento è forte, perché braci e scintille potrebbero sollevarsi e dare fuoco alla vegetazione; non fumare e non usare fiammiferi!