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9 interessantissime curiosità sulle piante grasse

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Forse le piante grasse si chiamano così perché mangiano troppo? Niente affatto anzi, sono molto parche nel nutrirsi: scopri l'origine del nome e molte altre curiosità sulle piante grasse.

Perché le piante grasse si chiamano così? E quanti tipi di piante grasse esistono? Lo sapete che alcune fanno anche i fiori e che alcune preferiscono vivere in casa, mentre altre crescono meglio sul balcone?

Ecco 10 curiosità sulle piante grasse che forse non conoscevate!

1 - DA DOVE VIENE IL NOME?

In realtà, il termine esatto utilizzato dai botanici per indicare questo tipo di piante è “succulente”, e deriva dal fatto che i loro tessuti sono impregnati di acqua, per cui hanno un aspetto... succoso!

Grazie ai capienti vacuoli (organelli all’interno delle cellule vegetali) presenti nel fusto, l’acqua e le sostanze nutrienti rimangono immagazzinate facendo sì che il fusto e le foglie carnose diventino veri e propri serbatoi, che rilasciano l’acqua nei momenti di necessità. Anche l’epidermide, ricoperta da sostanze cerose che limitano l’evaporazione, contribuisce a dare a queste piante un aspetto “grasso” (da cui il nome) e a limitare la traspirazione.

2 - QUALI SONO LE TIPOLOGIE?

Esistono circa 10mila specie di piante grasse, diverse per dimensioni e morfologia: dai tipici cactus a forma globulare come il “cuscino della suocera” (Echinocactus grusonii), all’agave dalle lunghe foglie carnose che fiorisce una sola volta nella sua vita e poi muore; dai fichi d'india che forniscono dolcissimi frutti acquosi, agli altissimi saguari dalla crescita lenta, che crescono solitari nei deserti dell'America settentrionale e centrale.

3 - FANNO I FIORI?

Possiamo dividerle in tre gruppi. Il primo è quello che comprende le Cactacee del deserto (dei generi Mammillaria, Echinocereus e Rebutia), i cactus del deserto, che fioriscono in primavera o in estate a meno che non siano esposte a temperature troppo alte in inverno: abbassate i termosifoni o dite a mamma e papà di spostarle, se ne avete una in casa!

Il secondo gruppo è quello delle Succulente tappezzanti e rampicanti, apprezzate per la fioritura particolarmente suggestiva. Quelle più facili da trovare (e coltivare) sono Lampranthus, Crassula e Ceropegia.

Terzo, le Succulente nane: piccole e delicate, sono particolarmente “esigenti” ed è difficile farle sbocciare. Tra queste le Lithops, note come “pietre viventi” e quelle del genere Conophytum, con fiori autunnali gialli o rosa.

4 - PIANTE DA ESTERNO

Tra le piante grasse che resistono anche alle basse temperature e che quindi possono essere tenute in giardino ci sono i Semperiverum: una decina di specie appartenenti alla famiglia delle Crassulacee riconoscibili per le fitte rosette carnose di piccole dimensioni, con foglie triangolari e appuntite.

Crescono praticamente dappertutto! Altre piante grasse da esterno sono i già citati fichi d'India (chiamati così sebbene il loro Paese d'origine sia il Messico!), le agavi e il “cuscino della suocera”. Il Sedum, infine, è una pianta infestante che non teme nulla ed è molto utilizzata nei giardini rocciosi.

5 - PIANTE DA BALCONE

I Sedum sono anche tra le piante grasse da balcone consigliate per chi vive in città o magari non ha un giardino. Ne esistono circa 600 varietà differenti che si adattano facilmente alla coltivazione in vaso.

Alcuni esempi: il Sedum acre è perfetto per chi cerca piante “pendenti” poiché il fusto, con fiori gialli e lungo di meno di dieci centimetri, ricade su se stesso; anche il Sedum anglicum (fiori bianchi rosati) non supera i dieci cm d'altezza; il Sedum spectabile, invece, che ha fiori rosa, può arrivare a circa 60 centimetri.

6 - PIANTE DA INTERNO

La caratteristica più interessante delle piante grasse da appartamento è la loro forma: affusolata, a cilindro, tondeggiante o a spirale, vengono collezionate in piccoli vasetti da mettere in cucina, in sala o all’ingresso. Eccone alcuni esempi, dall'Euphorbia Mili ai Lithops (le “pietre viventi”) di cui abbiamo già parlato, fino ai Cactus zebra.

7 - COME SI CURANO?

Nella cura delle piante grasse, importantissima è la messa a dimora, ossia la scelta del luogo in cui piantarle e posizionarle. Va scelto sicuramente un posto soleggiato e protetto dalle gelate, con un terreno drenante (ossia che non trattiene l'acqua) e delle aiuole rialzate.

La maggior parte delle piante che vivono all'esterno può stare anche in appartamento, ma con qualche accorgimento in più: in casa vanno posizionate in zone con tanta luce e aria. C'è solo un gruppo di piante grasse che predilige l'ombra: le Epifitiche, provenienti dalle foreste pluviali umide.

8 - COME TRATTARLE D'INVERNO

Ma cosa succede alle piante grasse quando le temperature si abbassano? In realtà, molte di queste piante sono abituate agli sbalzi termici del deserto, dove di notte le temperature possono precipitare rapidamente.

Bisogna ricordarsi di riparare quelle che si trovano sui balconi, che temono molto più la pioggia del freddo! D'inverno non vanno bagnate, per non correre il rischio che l'acqua geli provocando danni irreparabili, e come sempre vanno esposte alla luce del sole.

9 - LE PIÙ RARE

Le piante grasse più rare sono quelle meno diffuse (e più costose), come l’Escobaria minima, l’Astrophytum asterias, l’Ariocarpus, l’Euphorbia ambovombensis o la Mammillaria pectinifera, o quelle che  vivono in luoghi praticamente inaccessibili come il Discocatus, che prolifera tra le fessure delle rocce.

Tra le più rare l’Aztekium hintonii, cactus piuttosto piccolo (raggiunge i dieci cm) che cresce molto lentamente, e l'Aloe polyphylla, addirittura in via d'estinzione.

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