Ne sentiamo parlare da anni ma a volta siamo un po' confusi sulle sue effettive caratteristiche: che cos'è il tanto chiacchierato buco dell'ozono?
Nella stratosfera terrestre - lo strato dell'atmosfera appena superiore a quello in cui viviamo noi esseri umani - vi è un'elevata concentrazione di ozono, un gas serra (quindi in grado di trattenere calore) formato dalle stesse molecole dell'ossigeno ma con disposte in modo diverso.
L'ozono quindi è importante perché funziona come un filtro che ci protegge dalle radiazioni ultraviolette emanate dal Sole, che altrimenti sarebbero troppo forti , e allo stesso tempo aiuta a produrre quell'effetto serra che non è affatto nocivo di per sé, ma anzi aiuta a riscaldare il nostro pianeta.
I guai arrivano quando si esagera: troppo effetto serra aumenta troppo la temperatura della Terra!
Lo strato di ozono che avvolge il pianeta dunque è molto importante per il nostro mondo, ma a causa dell'inquinamento, le sostanze rilasciate da decenni nell'atmosfera - in particolare i clorofluorocarburi, emessi dai vecchi frigoriferi - hanno innescato una reazione con le radiazioni ultraviolette che ha progressivamente distrutto una buona parte dell'ozono presente nella stratosfera.
Questo assottigliamento di concentrazione del gas ha portato a delle specie di "squarci" dello strato d'ozono soprattutto nel Polo Sud, dove le correnti terrestri fanno confluire grandi masse d'aria povere d'ozono. Si forma così il buco dell'ozono, ossia un'area estesa dell'atmosfera interessata dalla notevole riduzione del livello di ozono.
Come già detto il buco nell'ozono per eccellenza è quello sopra l'Antartide ed è un fenomeno molto variabile (di norma si apre ad agosto e si chiude verso dicembre, ma molti sono i fattori che possono ritardare o anticipare il processo) che per anni ha preoccupato la comunità scientifica. Nel luglio 2022 però uno studio canadese ha scoperto un altro squarcio nello strato d'ozono sopra i Tropici, ancora più grande e aperto tutto l'anno!
Venendo a mancare il filtro dell'ozono, le radiazioni ultraviolette si abbattono maggiore intensità sulla terra, esponendo noi esseri umana a rischi diretti - tumori della pelle (i melanomi, peggiorati dalla violenta esposizione ai raggi solari), danni agli occhi ecc... - e indiretti, poiché le radiazioni compromettono la fotosintesi delle piante e impoveriscono il fitoplancton oceanico, alterando gli equilibri dell'ecosistema.
La scienza ha iniziato ad occuparsi seriamente del problema agli inizi degli anni '80, arrivando a stilare un protocollo (il Protocollo di Montreal, firmato nel 1987) per arginare l'emissione di sostanze dannose per l'ozono.
Dopo decenni di preoccupazione, dagli anni 2000 la situazione ha cominciato a migliorare, riducendo sempre di più le dimensioni del buco che si apre ciclicamente, ma è una buona notizia a metà, poiché un elemento che sta aiutando la chiusura è l'aumento globale delle temperature , sempre causato da noi umani.