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FocusJunior.itComportamentoNon riesco a controllare i miei attacchi di rabbia: hai qualche trucchetto da suggerirmi?

Non riesco a controllare i miei attacchi di rabbia: hai qualche trucchetto da suggerirmi?

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Non riesco a controllare i miei attacchi di rabbia e ho provato di tutto! Contare fino a 10, non pensare al perché della rabbia... come posso fare? TI STIMO! Karatekà

In effetti, la rabbia è una brutta bestia, difficile da controllare e che, a volte, ti fa mandare in pezzi cose a cui tieni (oggetti ma a volte anche persone): puoi ripararle, ma i cocci aggiustati e messi insieme conservano comunque alcune, piccole crepe. Soluzioni? Contare fino a 10 anche con me non funziona; anzi, spesso mi fa l’effetto contrario: tu conti e, un po’ come nella pentola a pressione , la rabbia sale ancora di più invece di sbollire. Forse bisognerebbe contare fino a 1.000, così l’incavolatura ha davvero tempo di andarsene o quantomeno lo ha chi ti ha fatto andare su tutte le furie prima che inizi a strillargli contro.  Comunque... eccoti qualche esercizio che potrebbe funzionare. 
1. Fare cose . Meglio qualcosa che ti piace ma, se non riesci, va bene qualsiasi cosa che ti stanchi e ti distragga (una corsa, una nuotata...).  
2. Disegnare i volti delle persone contro cui provi rabbia su dei palloncini e poi farli scoppiare. 
3. Scrivere una lettera alla persona che ti ha fatto arrabbiare spiegando perché ti ha ferito e, a voce alta, leggere la lettera. Poi, puoi distruggerla oppure conservarla, ma solo per te. 
4. Urlare più forte che puoi in un cuscino, oppure in un posto dove non attiri l’attenzione altrui. 
5. Se questi non funzionano prova a inventare tu un modo per sfogare la rabbia: l’importante è non tenerla dentro. Anche perché la rabbia non è (come del resto tutte le altre emozioni) di per sé “brutta”, è il modo in cui la “usi” che può diventarlo. Se pensiamo di aver subito un torto è normale e anche "giusto" essere arrabbiati: si tratta di capire se lo abbiamo davvero subito (magari è solo un pensiero “negativo”) e di non infliggerne uno maggiore o uguale a chi ce lo ha eventualmente fatto. 

 

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