"Non c'è un pianeta né un piante BlaBlaBla: basta parole, è ora di agire" inizia così, con un discorso infuocato di Greta Thunberg, la Youth4Climate, la conferenza internazionale sul clima in cui 400 giovani rappresentati provenienti da tutto il mondo potranno far sentire forte e chiara la loro voce riguardo l'ormai urgente problema del cambiamento climatico.
COS'È LA YOUTH4CLIMATE?
Si tratta di un evento globale ospitato dal 28 al 29 settembre a Milano in cui i ragazzi accorsi in rappresentanza dei rispettivi Paesi d'origine lavoreranno tutti insieme alla preparazione di un documento contenente obiettivi e richieste da avanzare all'orchestra dei governi della Terra. Tale documento verrà poi presentato sempre a Milano, durante la Pre-Cop26 del 30 settembre - 2 ottobre, l'evento preparatorio per la Cop26, la grande Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite che si terrà il prossimo novembre a Glasgow in Scozia.
La Youth4Climate e Pre-Cop 26 inoltre saranno occasione per assistere ad interventi illustri. Nella mattina del 28 settembre infatti, hanno preso parola Vanessa Nakate, venticinquenne ugandese fondatrice di Rise up Climate Movement per dare voce agli attivisti africani, e Greta Thunberg, vera fiamma ispiratrice di uno dei movimenti globali più importanti degli ultimi vent'anni.
Nei prossimi giorni interverranno il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio (mercoledì) e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (giovedì alla Pre-Cop26). Sempre giovedì poi prenderanno parola da remoto il premier britannico, Boris Johnson, e il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.
LA RABBIA DI GRETA
Attesissima da migliaia di italiani che hanno trovato in lei un simbolo e un esempio da seguire, Greta Thunberg era naturalmente la speaker più attesa della giornata. E anche stavolta non le ha mandate a dire...
«Green economy? Bla bla bla. 2050 Net Zero? Bla bla bla. Climate neutral? Bla bla bla. Ma non c'è un Planet B, non c'è un Planet Bla bla bla» ha tuonato la giovane svedese, accusando ancora una volta i governi e i potenti della Terra di non stare facendo abbastanza per arrestare la catastrofe imminente.
«Dobbiamo dialogare, ma sono anni che si parlano e le emissioni continuano ad aumentare. Finora le nostre richieste e ambizioni sono state tradite, si continuano ad aprire impianti di combustibili fossili, le emissioni crescono, i potenti non ci stanno ascoltando. Sapete cosa è per me la speranza? La speranza è dire la verità, agire, non dire bla bla bla. Vogliamo salvare il futuro: serve una azione drastica, adesso!»
Poi la conclusione, che è anche un auspicio per le manifestazioni come quella di venerdì 1 ottobre a Milano cui lei stessa prenderà parte: «Non possiamo più permettere al potere di decidere cosa sia la speranza. La speranza non è un qualcosa di passivo, non è un bla bla bla. La speranza vuol dire la verità, vuol dire agire. E la speranza viene sempre dalla gente».
LA TESTIMONIANZA DI VANESSA
La più applaudita della mattinata è stata però Vanessa Nakate, paladina del clima e strenua difenditrice della foresta pluviale congolese. Il suo è stato infatti un discorso toccante, nel quale ha riportato la testimonianza diretta di come le conseguenze del clima impazzito stiano devastando la vita di milioni di persone. Lei stessa ha infatti vissuto in prima persona la morte di persone care a causa delle alluvioni che recentemente hanno colpito l'Uganda.
«L'Africa è responsabile del 3% delle emissioni globali, ma soffriamo l'impatto della crisi più di altri. Abbiamo inondazioni devastanti e grandi siccità - spiega con tono duro - C'è sofferenza e morte. In Madagascar si muore di fame, Paesi come l'Uganda, la Nigeria, l'Algeria stanno soffrendo sempre di più tra caldo e siccità. Ma non solo in Africa. Pensiamo ai Caraibi, a chi lascia le isole per scappare, al popolo del Bangladesh. Ci saranno milioni di rifugiati climatici».
Poi una domanda amara, che colpisce come un pugno lo stomaco dell'auditorio: «chi pagherà per tutto questo? Chi pagherà per le persone che muoiono, che scappano, per le specie che scompaiono? Per quanto tempo ancora sarà così? I leader guardano e lasciano che si continui così, senza intervenire davvero nella decarbonizzazione. Non possiamo più adattarci come facciamo sempre. E tempo di agire e i leader devono mettere quello che sta accadendo, anche i danni e i morti per il clima, al centro delle negoziazioni. I leader devono smettere di parlare e iniziare ad agire. Basta conferenze e summit: fateci vedere, agite. Agite ora!»
Al termine dell'intervento, gli applausi scroscianti e un abbraccio commosso con Greta che sa di futuro. L'onda nuova dei ragazzi è appena iniziata.