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World bee day: la giornata dedicata alle api!

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World bee day: la giornata dedicata alle api!
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Le api sono una vera sorpresa: sono indispensabili per la Natura, sanno ballare, contare e riconoscere un volto. E l'ape mellifera (Apis mellifera,) la specie più diffusa al mondo, è la più studiata dagli scienziati

Le api sono tra gli esseri viventi più importanti del pianeta perché il loro lavoro di impollinazione è un elemento chiave per la riproduzione delle piante. Un mondo senza api sarebbe un mondo senza pere, carote, ciliegie, pomodori, mango, cetrioli, broccoli…

Sì, va bene, il fatto che non ci siano più i broccoli potrebbe non essere una tragedia, ma se ci pensi bene, che disastro! Lo sai che 7 piante da fiore su 10 si riproducono proprio grazie alle api?

Conosciamole da vicino

Le api, come le vespe, appartengono alla categoria degli imenotteri, il quarto ordine più grande (dopo coleotteri, mosche e farfalle). Non ci crederai ma esistono circa 20.000 specie di api in tutto il mondo. La maggior parte delle specie di api (Hymenoptera Apidae) sono impollinatori efficaci e, insieme a falene, mosche, vespe, coleotteri e farfalle, costituiscono la maggior parte delle specie impollinatrici (Fonte: Fao)

Una giornata di festa per le api

Per aumentare la consapevolezza sul ruolo essenziale che le api e gli altri impollinatori, la Fao (l’Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura) ha deciso di dedicare loro una giornata che si celebra il 20 maggio. Il tema di quest’anno è: "Bee Engaged: Celebrare la diversità delle api e dei sistemi di apicoltura".

Perché è stato scelto proprio il 20 maggio?

Per ricordare la nascita di Anton Janša, apicoltore e poi docente di apicoltura sloveno, che fu una delle più importanti figure europee che hanno contribuito allo sviluppo della moderna apicoltura.

La vita delle api

Per nutrirsi, le api domestiche (Apis mellifica) volano di fiore in fiore e raccolgono il nettare - un liquido dolce che trasformeranno in miele - e anche una polvere finissima, il polline, che si attacca ai peli del loro corpo, trasportandolo verso un altro fiore della stessa specie, impollinandolo.

Secondo i calcoli dell’Unaapi (Unione nazionale associazione apicoltori italiani), in un giorno primaverile o estivo, le api volando a circa 24 km/h (e battendo le ali 200 volte al secondo, ecco spiegato il motivo del ronzio), una sola ape visita circa 700 fiori.

Dall'attività delle api e di altre creature che, come loro, vanno di fiore in fiore dipendono il 90% delle piante da fiori selvatici, oltre il 75% dei raccolti alimentari mondiali e il 35% dei terreni coltivati nel mondo (fonte Fao)

 

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Credits: Getty Images

Le api comunicano attraverso la danza, le loro antenne e…con i rigurgiti!

È davvero il caso di dire che le api vantano un'intelligenza superiore rispetto a quella di altri insetti, e hanno diverse modalità di comunicazione.

La più conosciuta e la più aggraziata è la danza. Un’ape operaia, dopo aver scoperto dov’è una buona fonte di cibo, lo comunica alle “compagne” compiendo una complessa coreografia arricchita da un codice ben preciso.

Se il succulento pranzetto è vicino, l’ape balla compiendo dei movimenti circolari, se invece è più distante, si lancia in una danza più complessa chiamata “danza a forma di otto”.
Se invece desidera pulirsi oscilla prima su una zampa e poi sull’altra ondeggiando con l’addome: questa è la “danza della pulizia”.

Tutto qui? Macché! Secondo uno studio internazionale pubblicato su Communications Biology, le api comunicano anche toccandosi le antenne e grazie ai feromoni, particolari ormoni olfattivi, capiscono a quale colonia appartengono.

Sono gli stessi feromoni che fanno da campanello d'allarme quando uno sconosciuto si introduce nello sciame. Infine, comunicano anche attraverso lo scambio di cibo predigerito (la trofallassi). Le api hanno due stomaci: uno per digerire il cibo e l’altro utilizzato come deposito alimentare per nutrire le larve appena nate.

Le api e l'organizzazione del lavoro nell'alveare: ad ogni età il suo compito

All'interno della stessa colonia di api c'è l’ape regina, la madre di tutte le api presenti nell’alveare che può arrivare a deporre fino a 2000 uova al giorno!

Per prendersi cura dei suoi numerosi figli, la regina è circondata da api nutrici (vedi box sopra) che nutrono le larve di pappa reale o con un composto di polline e nettare. Le nutrici sono api molto giovani che hanno solo tra i 2 e gli 11 giorni.

L’ape però si allontana in maniera graduale dall’alveare per lavorare alla costruzione dei favi e per procurare il nettare e il polline e, questa una missione pericolosa la manterrà fino alla fine della sua vita. Un’ape, seconda della stagione, vive tra i 2 e gli 8 mesi (ha vita più breve nei mesi caldi).

Che cervellone!

Secondo alcuni studi, il cervello delle api è in grado di assimilare ed elaborare concetti anche complessi. Attenzione però, non dobbiamo paragonare il loro cervello a quello umano, la struttura neuronale è anatomicamente diversa.

Diversi studi hanno dimostrato che sanno compiere calcoli matematici, che sono in grado di distinguere il concetto di "zero" e di assimilare e associare simboli come la X, non un quadrato o un triangolo, e percepiscano i colori giallo, verde, blu e tutta la gamma degli ultravioletti (invisibili a noi umani). L'unico colore che non riescono a vedere è il rosso. Infatti non vedrai mai un alveare di questo colore o con sfumature simili.

Ehi, tu sei un umano!

Le api tra le varie abilità ne hanno una molto particolare: sono in grado di in grado di riconoscere il volto di una persona! Un momento, non distinguono una persona da un’altra, semplicemente sono in grado di capire che quella forma appartiene a un essere umano.

Una stirpe mooolto antica

Le api da miele sono comparse in Asia 7 milioni di anni fa, poi, con l'evoluzione proprio come noi, si sono adattate ai diversi ambienti del mondo dando vita a 27 sottospecie tuttora presenti in ogni continente eccetto l'Antartide.

Se lo dicono gli scienziati…

Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno confrontato i genomi di 251 api europee, appartenenti a 18 sottospecie diverse, diffuse in Europa, Asia e Africa. L'analisi ha rivelato che ogni sottospecie condivide 145 geni con tutte le altre - un numero esiguo considerato che il genoma dell'Ape mellifera ha circa 12.000 geni in totale.

Ma questi 145 geni sono i responsabili delle mutazioni che hanno permesso l'evoluzione e l'adattamento di ogni singola specie ai diversi habitat e stili di vita. «Scoprire che il numero di geni coinvolti nell'adattamento delle api da miele era così basso, è stato una sorpresa», afferma Amro Zayed, uno degli autori dello studio della York University, Toronto (Canada).

Ape regina, scansati.

Ma ciò che ha sorpreso i ricercatori è il fatto che questi 145 geni fossero tutti connessi alla morfologia e al comportamento delle api operaie e non delle api regine.

Le api però sono in pericolo

Purtroppo in molti luoghi del mondo le api stanno scomparendo, sono vittime di malattie, della diminuzione del numero dei fiori per della distruzione degli habitat e, soprattutto, sono vittime dell'inquinamento da sostanze chimiche (i pesticidi) utilizzate in agricoltura per proteggere le colture dai parassiti.

Il calo degli insetti impollinatori è un problema a livello globale e sta interessando anche l'Europa: uno studio condotto dalla Julius-Maximilians-University di Würzburg, in Germania e pubblicato il 6 maggio scorso, ha sottolineato in particolare sulle api, che la loro diminuzione nelle aree urbane è stata influenzata negativamente da temperature medie più elevate.

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