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FocusJunior.itNewsTraduzione della poesia di Amanda Gorman in italiano

Traduzione della poesia di Amanda Gorman in italiano

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Traduzione della poesia di Amanda Gorman in italiano
pixabay

La giovane poetessa Amanda Gorman, 22 anni, è stata scelta dalla squadra di Joe Biden, il nuovo presidente degli Stati Uniti, per recitare una poesia sull'unità del paese, durante la cerimonia di insediamento di Biden. Leggi il suo discorso, molto toccante, nella tradotto in italiano.

La poesia recitata da Amanda Gorman per l'insediamento di Joe Biden alla presidenza Usa ha commosso tutto il mondo e il video è diventato virale su internet.

Leggi, quindi, il testo della poesia tradotto in italiano:

.La collina che scaliamo

Quando arriva il giorno, ci chiediamo dove possiamo trovare una luce in quest’ombra senza fine.
La perdita che portiamo sulle spalle è un mare che dobbiamo guadare. Noi abbiamo sfidato la pancia della bestia. Noi abbiamo imparato che la quiete non è sempre pace, e le norme e le nozioni di quel che semplicemente è non sono sempre giustizia.

VIDEO - Traduzione della poesia di Amanda Gorman

Eppure, l’alba è nostra, prima ancora di rendercene conto.
In qualche modo, ce l’abbiamo fatta. In qualche modo, abbiamo resistito e siamo stati testimoni di come questa nazione non sia distrutta, ma, semplicemente, incompiuta.
Noi, gli eredi di un Paese e di un’epoca in cui una magra ragazza afroamericana, discendente dagli schiavi e cresciuta da una madre single, può sognare di diventare presidente, per sorprendersi poi a recitare all’insediamento di un altro.

Certo, siamo lontani dall’essere raffinati, puri, ma ciò non significa che il nostro impegno non sia teso a formare un’unione perfetta. Ci stiamo sforzando di plasmare un’unione che abbia uno scopo. Di dar vita ad un Paese che sia devoto ad ogni cultura, colore, carattere e condizione sociale.

E così alziamo il nostro sguardo non per cercare quel che ci divide, ma per catturare quel che abbiamo davanti.
Colmiamo il divario, perché sappiamo che, per poter mettere il nostro futuro al primo posto, dobbiamo prima mettere da parte le nostre differenze.
Abbandoniamo le braccia ai fianchi così da poterci sfiorare l’uno con l’altro. Cerchiamo di non ferire il prossimo, ma cerchiamo un’armonia che sia per tutti.

Lasciamo che il mondo, se non altri, ci dica che è vero: che anche nel lutto, possiamo crescere, che nel dolore, possiamo trovare speranza. che nella stanchezza, avremo la consapevolezza di averci provato.
Che saremo legati per l’eternità, l’uno all’altro, vittoriosi. Non perché ci saremo liberati della sconfitta, ma perché non dovremo più essere testimoni di divisioni.

La Bibbia ci chiede di immaginare che ciascuno possa sedere sotto la propria vite e il proprio albero di fico e lì non essere spaventato. Se vorremo essere all’altezza del nostro tempo, non dovremo cercare la vittoria nella lama di un’arma, ma nei ponti che avremo costruito. Questa è la promessa con la quale arrivare in una radura, questa è la collina da scalare, se avremo il coraggio di farlo.

Essere americani è più di un orgoglio che ereditiamo. È il passato in cui entriamo ed è il modo in cui lo ripariamo.
Abbiamo visto una forza che avrebbe scorsso il nostro Paese anziché tenerlo insieme. Lo avrebbe distrutto, se avesse rinviato la democrazia. Questo sforzo è quasi riuscito.

Ma se può essere periodicamente rinviata, la democrazia non può mai essere permanentemente distrutta.
In questa verità, in questa fede, noi crediamo, Finché avremo gli occhi sul futuro, la storia avrà gli occhi su di noi.

Questa è l’era della redenzione, ne abbiamo avuto paura, ne abbiamo temuto l’inizio.
Non eravamo pronti ad essere gli eredi di un lascito tanto orribile, ma all’interno di questo orrore, abbiamo trovato la forza di scrivere un nuovo capitolo, di offrire speranza e risate a noi stessi.
Una volta ci chiedevamo: “Come possiamo avere la meglio sulla catastrofe?”. Oggi ci chiediamo: “Come può la catastrofe avere la meglio su di noi?”.

Non torneremo indietro per ritrovare quel che è stato, ma cammineremo verso quello che dovrebbe essere:
Un Paese che sia ferito, ma intero, caritatevole, ma coraggioso, fiero e libero. Non saremo capovolti o interrotti da alcuna intimidazione, perché noi sappiamo che la nostra immobilità, la nostra inerzia andrebbero in lascito alla prossima generazione. I nostri errori diventerebbero i loro errori.
E una cosa è certa: Se useremo la misericordia insieme al potere, e il potere insieme al diritto, allora l’amore sarà il nostro solo lascito e il cambiamento, un diritto di nascita per i nostri figli.

Perciò, fateci vivere in un Paese che sia migliore di quello che abbiamo lasciato. Con ogni respiro di cui il mio petto martellato in bronzo sia capace, trasformeremo questo mondo ferito in un luogo meraviglioso.
Risorgeremo dalle colline dorate dell’Ovest. Risorgeremo dal Nord-Est spazzato dal vento, in cui i nostri antenati, per primi, fecero la rivoluzione. Risorgeremo dalle città circondate dai laghi, negli stati del Midwest. Risorgeremo dal Sud baciato dal sole.
Ricostruiremo, ci riconcilieremo e ci riprenderemo.

In ogni angolo della nostra nazione, in ogni angolo chiamato Paese, la nostra gente, diversa e bella, si farà avanti, malconcia eppure stupenda. Quando il giorno arriverà, faremo un passo fuori dall’ombra, in fiamme e senza paura.
Una nuova alba sorgerà, mentre noi la renderemo libera. Perché ci sarà sempre luce, Finché saremo coraggiosi abbastanza da vederla. Finché saremo coraggiosi abbastanza da essere noi stessi luce.

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