Un terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito nelle prime ore di lunedì mattina la Turchia. A questa scossa ne sono seguite diverse repliche e, in mattinata, una nuova forte con magnitudo di 7.5.
Secondo i dati dell'Ingv e dell'Usgs (United States Geological Survey) il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep.
La prima scossa è stata così forte da essere avvertita in varie città turche, tra cui la capitale Ankara, ma anche nei paesi vicini come la Siria, il Libano e Israele. Il sisma ha innescato anche una allerta tsunami nel Mediterraneo, che ha destato preoccupazione anche per le coste italiane, ma fortunatamente l'allarme è rientrato.
È un'onda d'urto improvvisa che può essere avvertita sulla superficie terrestre. I terremoti sono definiti come un disastro naturale e alcuni possono essere devastanti.
Si stima che siano almeno 2.800 gli edifici distrutti dalla prima scossa di questa mattina. Le autorità hanno chiuso le scuole di 10 città e province per almeno una settimana, mentre sono chiusi o parzialmente chiusi gli aeroporti delle città colpite.
Alcuni esperti ritengono che il terremoto di magnitudo 7.8 sia il più grande mai registrato in Turchia e, dalle prime rilevazioni, è emerso che diverse migliaia di persone sono rimaste ferite e quasi duemila sono morte.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un'intervista rilasciata alla tv ha assicurato che le squadre di ricerca e soccorso sono state inviate immediatamente nelle aree colpite.
Erdogan ha anche inviato un messaggio alla popolazione diffuso anche sui social nel quale oltre a rassicurare ha inviato i suoi "auguri" a tutti i cittadini colpiti: "Speriamo di superare insieme questo disastro il prima possibile", le sue parole.
Sono molti i paesi stranieri che hanno offerto aiuto alla Turchia dalla Russia agli Stati Uniti fino a Israele. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso "vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite" e l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell ha annunciato: "Ue pronta ad aiutare".
A scatenare il terremoto è stata una delle due grandi faglie presenti in Turchia, quella Est Anatolica, in questo punto convergono il blocco anatolico, quello africano e quello arabo.
I sismologi hanno da tempo riconosciuto che questa faglia è molto pericolosa, sebbene non ci sia stata alcuna attività significativa per più di 100 anni.