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Si può davvero cuocere la pasta a fuoco spento?

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Si può davvero cuocere la pasta a fuoco spento?
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Su YouTube se ne parla da tempo, ma ora anche il Nobel per la Fisica Giorgio Parisi lo ha confermato: la cottura passiva della pasta fa risparmiare gas e non rovina il gusto dell'alimento

Risparmiare sul gas senza rinunciare al piacere di un bel piatto di pasta cotto a puntino? Si può fare eccome, basta conoscere un po' la scienza!

Negli ultimi giorni infatti ha fatto parecchio scalpore il post pubblicato sulla propria pagina Facebook Giorgio Parisi - nientemeno che il "nostro" Premio Nobel per la Fisica 2022 - nel quale si mostrava un metodo alternativo per cuocere la pasta a fuoco spento. E il bello è che funziona davvero...

Come cuocere la pasta a fuoco spento

Il sistema tradizionale lo conosciamo tutti: si accende il fuoco, si mette sul fornello la pentola piena d'acqua, si aspetta che il liquido inizi a bollire e poi si butta dentro la pasta, aspettando che passi il tempo di cottura indicato sulla confezione. Ma tenere il fuoco sempre acceso è davvero necessario per avere una pasta cotta e al dente come tradizione comanda? Assolutamente no.

Infatti, una volta raggiunta la temperatura d'ebollizione - ossia il punto oltre cui il liquido inizia a bollire, che per l'acqua è intorno ai 100°C - possiamo benissimo spegnere il gas e lasciare che la pasta continui a cuocere nell'acqua già ben riscaldata. L'importante però - come ha specificato Parisi - è lasciare sempre il coperchio sulla pentola: in questo modo vi sarà molta meno dispersione del calore e la pasta potrà continuare la sua cottura.

Certo, così facendo probabilmente occorrerà aspettare qualche minuto in più, ma il gusto non verrà modificato e l'ambiente (e il portafoglio) ne trarrà grande beneficio.

Perché la pasta si cuoce in acqua calda?

Per comprendere bene questo processo che, da buoni italiani, diamo spesso per scontato, occorre chiarire una cosa. La pasta, infatti, non si cuoce propriamente come fa, ad esempio, una bistecca sulla griglia, ma si cuoce e  si reidrata, ossia riacquista l'acqua all'interno del proprio impasto, diventando più molle e, quindi, più mangiabile.

Tale processo avviene sempre quando la pasta viene tenuta a mollo dentro l'acqua, tuttavia una temperatura più elevata diminuisce sensibilmente i tempi della cottura: per assurdo, una porzione di spaghetti si potrebbe reidratare anche in acqua fredda, ma questo vuol dire che per gustarci il nostro piatto dovremmo aspettare ore e ore... E il risultato non sarebbe proprio lo stesso!

Nessun mistero, solo scienza

In realtà  il metodo è già conosciuto da diverso tempo (già nel 2017 il professore e divulgatore Dario Bressanini aveva dedicato un video all'argomento) tuttavia, complice soprattutto la preoccupante impennata del costo del gas dovuta alla crisi internazionale russo-ucraina, il rilancio social è avvenuto proprio in seguito al post del Nobel Parisi, il quale ha voluto mostrare come le leggi della Fisica consentano alla pasta di cuocersi alla perfezione anche dopo aver spento il fornello.

«In fondo - ricorda Parisi - la pasta si cuoce bene anche in montagna con l'acqua che bolle a 90 gradi»

 

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