Quello che a noi può sembrare un gesto quasi innocuo, senza conseguenze, è in realtà una prova del coraggio delle donne iraniane, che ormai da mesi protestano insieme coi loro connazionali per un governo democratico e soprattutto per diritti e libertà. Sarah Khademalsharieh, scacchista di fama internazionale e campionessa assoluta nel suo paese, ha gareggiato ai Mondiali di Almaty, in Kazakistan, senza velo.
L’Iran è una Repubblica Islamica: questo significa che la legge del Corano si applica anche alla vita quotidiana, e tra i doveri di una donna c’è quello di coprirsi il capo. Prima delle proteste, la polizia morale poteva decidere di fermare una ragazza perché non indossava correttamente l’hijab (ma anche una turista: l’obbligo si applica a qualsiasi persona di genere femminile, a prescindere dalla nazionalità e dal credo). È quello che è successo a Mahsa Amini, una giovane arrestata perché alcune ciocche di capelli uscivano appunto dal velo: la ragazza è poi morta in seguito alle percosse ricevute e dalla sua morte sono scaturite le proteste che stanno infiammando (letteralmente) l’Iran.
È per questo che il fatto che Sarah Khademalsharieh - prima scacchista d’Iran e sedicesima nella classifica mondiale femminile - non abbia indossato il velo durante i mondiali di Almaty può essere visto come una provocazione, un vero e proprio segno di protesta. Già nel mese di ottobre 2022 l’atleta Elnaz Rekabi aveva partecipato ai campionati asiatici della Federazione internazionale dell’arrampicata sportiva senza indossare il velo. Dopodiché, la ragazza era misteriosamente scomparsa, per poi riapparire in patria, con l’hijab ben posizionato e una dichiarazione che aveva tutta l’aria di essere “pilotata”: il velo le era caduto per errore durante la competizione. Soltanto un mese e mezzo dopo, la sua casa è stata distrutta.
Tra i primi a pubblicare una foto di Khademalsharieh il sito sportivo iraniano Khabarvarzeshi, che nella notizia non ha citato nemmeno il punteggio della scacchista, ma solo la notizia della sua partecipazione senza velo.
Iranian chess grandmaster Sara Khademalsharieh appeared without the mandatory hijab at a chess event in Kyrgyzstan #MahsaAmini pic.twitter.com/O667Q2KUor
— Golnaz Esfandiari (@GEsfandiari) December 26, 2022
In realtà, il “problema” in Iran non è (solo) il velo: per quanto molte donne vorrebbero poter uscire col capo scoperto, le limitazioni alla vita personale impattano qualsiasi ambito e non permettono un’esistenza come quella che noi conosciamo. Seppure le donne possano guidare, o lavorare, per esempio non possono: uscire sole con un uomo che non sia della famiglia; scoprire il capo in presenza di uomini che non siano della famiglia, oppure per strada; indossare abiti che non coprano gambe e braccia completamente; andare in bicicletta o ancora nuotare o cantare. Inoltre, molti limiti riguardano tutta la popolazione, anche quella maschile, che deve osservare le regole della Repubblica Islamica.
Togliersi il velo è quindi un gesto simbolico con cui le donne vogliono mostrare a tutto il mondo da che parte stanno: gareggiando senza hijab, Khademalsharieh ci sta dicendo che è dalla parte delle proteste e che anche lei vuole la libertà per il popolo iraniano, con la caduta del regime degli Ayatollah, ormai in carica dal 1979, anno della rivoluzione.
Come successo nel caso di altre atlete, potrebbe esserci una reazione da parte di Teheran. Ma Sarah Khademalsharieh non è nuova alle proteste: solo due anni fa aveva contestato proprio l’uso del velo e per questo era stata temporaneamente sospesa, dopo un lungo interrogatorio. Il marito, il regista e presentatore iraniano-canadese Ardeshir Ahmadi, è stato arrestato nel 2014, passando alcune settimane in carcere.
Intanto le manifestazioni in Iran, anche violente, non si placano, come non lo fanno gli arresti. Già due giovani hanno subito l’esecuzione, e i condannati a morte a causa della loro partecipazione nelle proteste sarebbero decine.
Il gesto della scacchista Sarah Khademalsharieh è quindi particolarmente importante per mandare un messaggio alla comunità internazionale, ma anche molto rischioso per la sua libertà e, forse, per la sua vita e quella delle persone a lei care. Dopo la diffusione della notizia, alcune fonti sostengono che la giovane donna abbia ricevuto minacce e che non possa tornare in Iran: sarebbe pronta quindi a trasferirsi in Spagna con la sua famiglia. Come altra conseguenza è molto probabile che non rappresenterà più la sua nazionale di scacchi, ma è certo che già altri paesi siano pronti a essere rappresentati da lei, come già successo per altre sportive iraniane. Lo stesso destino è capitato infatti a Dorsa Derakhshani, un'altra scacchista che, per aver gareggiato senza hijab, è stata "ripudiata" dalla sua nazionale nel 2017 e ora rappresenta gli Usa.