Saliva, pipì, capelli e… Dopo un primo momento di stupore, per non dire di ribrezzo, solo al pensiero di queste sostanze, ti sveliamo che questi componenti del nostro corpo, invece, possono essere utili agli scienziati.
Usare la saliva è una pratica comune tra i restauratori d'arte. La saliva infatti contiene enzimi che aiutano la digestione ma sono anche molto efficaci nella rimozione delle macchie e la pulizia dello sporco su dipinti e superfici decorate in genere.
Le lipasi attaccano i lipidi e quindi rimuovono le tracce di grasso. Mentre le amilasi rompono le catene di amido e quindi eliminano le macchie degli amidi (per esempio il purè di patate). Inoltre, la viscosità della saliva la rende un buon emulsionante (riesce a mescolare bene) che aiuta a intrappolare la polvere, le piccole muffe e altro sporco.
Beh, ovviamente, i restauratori per evitare la diffusione dei batteri usano la saliva sintetica: una soluzione acquosa che riproduce le caratteristiche detergenti ed emulsionanti della saliva naturale.
Qualche anno fa, i ricercatori del California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena, negli Stati Uniti, hanno presentato un cerotto elettronico da incollare sulla pelle e dotato di sensori per misurare il pH e il livello di glucosio contenuto nel sudore.
Questo cerotto contiene una bio batteria che alimenta il dispositivo che trasforma l’acido lattico, una sostanza prodotta dall'attività muscolare e presente nel sudore, in energia.
Poiché il governo degli Stati Uniti spera di tornare sulla Luna nel 2024, i ricercatori europei hanno studiato la possibilità di stampare in 3D basi lunari utilizzando un tipo di cemento composto da: regolite, la polvere che si trova sulla superficie della Luna, l'idrossido di sodio, presente sul nostro satellite e l'urea, che si trova nelle nostre urine. Miscelando questi elementi si ottiene un cemento fluido ma molto resistente.
La scienza dice che la nostra chioma è in grado di assorbire l’olio da tre a nove volte il suo peso. Una caratteristica che renderebbe i capelli umani un materiale perfetto per combattere il propagarsi delle chiazze di petrolio nei mari. A compiere lo studio Rebecca Pagnucco, ricercatrice della University of Technology Sydney, che nel 2017 ha pubblicato una ricerca sulle proprietà dei capelli di assorbire il petrolio disperso nei mari. Secondo la scienziata la capacità di assorbimento dei capelli è mediamente migliore rispetto a quella del cotone, della cellulosa o del polipropilene (tra l’altro un materiale sintetico a base di petrolio, generalmente utilizzato dalle compagnie petrolifere in caso di fuoriuscita di petrolio dalle navi).
La cacca è un piccolo tesoro per gli archeologi. Questi fossili sono molto rari, per la loro natura organica che si degradano rapidamente.
Le cacche fossili possono essere di due tipi:
Studiando questi fossili, i ricercatori sono in grado di datarli e identificare a chi appartengono. Possono così stabilire con precisione se si tratta di popolazioni animali o umane,in quale ambiente hanno vissuto e in quale periodo, così come era la loro dieta e quali le piante consumate. Le analisi degli scienziati possono mostrare la presenza di batteri, vermi parassiti e rivelare malattie come la tubercolosi. Inoltre, a volte, possono anche estrarre il DNA dalla cacca.