A scuola, in tv, sui social network e in famiglia avrai sentito parlare ormai tante volte dell’emergenza climatica. Parole come inquinamento, siccità, impronta carbone, sovraproduzione faranno già parte della tua vita da un po’. Tutto questo allarmismo, purtroppo giustificato, potrebbe crearti delle paure e delle ansie: è normale! Ma secondo le stime più recenti è ancora possibile salvare l’ambiente. Vediamo nel dettaglio cosa dice l’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC).
È probabile che tu abbia sentito dire che il gesto del singolo non ha nessuna importanza. A che serve limitare i consumi, non sprecare, non comprare low cost e differenziare correttamente, se non lo fanno tutti? Perché dovresti andare a piedi o coi mezzi pubblici, se poi le auto sono sempre più numerose? Sono tutte domande lecite, a cui cerca di dare una risposta l’ultimo IPCC, il rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, pubblicato il 20 marzo 2023. L’allarme è serio, ma si può ancora fare qualcosa per salvare il Pianeta, sia come istituzioni che come singoli individui, aumentando la fiducia e quindi la sinergia tra privato e pubblico.
Come già emerso durante la COP27 (puoi leggere le conclusioni nel nostro articolo sull’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) l’emergenza è particolarmente grave per i paesi più indifesi. In sintesi, i paesi più svantaggiati, quelli che senti definire “del terzo mondo”, sono anche quelli che inquinano meno ma che, purtroppo, ne pagano di più le conseguenze. Questo proprio perché il loro clima sfavorevole – soprattutto nella fascia equatoriale – da una parte non permette di sviluppare economie floride, dall’altra aumenta il rischio di danni ambientali gravissimi dovuti al surriscaldamento terrestre. Pensa per esempio all’innalzamento delle acque dovuto allo scioglimento dei ghiacci: a pagarne le conseguenze è chi vive in terre bagnate dai mari e soggette a uragani, tsunami e altri disastri. Oppure la siccità, che complica ulteriormente la vita di chi vive in regioni senza accesso all’acqua.
Secondo l’ultimo IPCC, la soluzione è uno sviluppo resiliente al clima, cioè l’integrazione di misure di adattamento ai cambiamenti climatici proponendo e attuando azioni che possano ridurre o addirittura evitare le emissioni di gas serra, principali responsabili dell’emergenza climatica. L’obiettivo resta ridurre della metà queste emissioni entro il 2030, per riuscire così a limitare l’innalzamento della temperatura del Pianeta a “solo” 1,5°C.
Sempre secondo il report, per salvare in Pianeta è necessario che gli Stati lavorino in sinergia optando tutti per soluzioni amiche dell’ambiente, anche intervenendo sulla produzione. Come forse saprai, la principale causa di emissioni di gas serra deriva appunto dalle industrie, tra cui spiccano quella alimentare e quella dell’abbigliamento, ma non soltanto. Imporre alle aziende produzioni “pulite” (cioè che utilizzano un’energia diversa rispetto a quella inquinante) è il primo passo per limitare i danni. Ma anche favorire qualsiasi forma di rispetto per l’ambiente, come migliorare i sistemi di trasporto pubblico, incentivare il riciclo e il riuso, limitare gli sprechi, ottimizzare i consumi di beni pubblici come l’acqua sono azioni necessarie che i paesi – soprattutto quelli più ricchi – devono mettere in atto per evitare il disastro. Di conseguenza, i governi devono promuovere finanziamenti pubblici e dare segnali chiari agli investitori in modo da procedere verso questo obiettivo.
Ti sembra tutto molto complicato? In realtà non lo è: è necessario, sempre secondo l’IPCC, conservare in maniera efficace circa il 30-50% del suolo terrestre, delle acque dolci e dell’oceano per garantirci un Pianeta sano e vivibile. Per farlo, bisogna puntare sullo sviluppo sostenibile a partire da settori come quello alimentare, quello dell’energia elettrica, ma anche agendo sui trasporti, l’industria, gli edifici (che spesso inquinano molto, soprattutto quelli vecchi). Oltre a far questo, anche attraverso investimenti per adeguare le realtà già esistenti, i governi possono facilitare la vita dei cittadini fornendo loro l’opportunità di fare scelte di vita più sostenibili.
Dopo tutti questi discorsi molto teorici e che, avrai capito, dipendono dai “potenti” del mondo, forse ti chiederai cosa tu, la tua famiglia e i tuoi amici potete fare per contribuire a contrastare l’emergenza climatica. Come abbiamo detto, per facilitare la vita dei cittadini è necessario che i governi creino le condizioni, ma in base alla tua situazione personale (è molto diverso, per esempio, vivere in una grande città o in campagna, al Nord o nelle isole…) c’è già qualcosa che puoi fare. Ecco alcuni esempi pratici:
Se uniamo le forze, noi cittadini e i governi che ci guidano, possiamo riuscire nell’intento di salvare il Pianeta! Parlane con gli amici, a scuola, ovunque vuoi: è importante agire uniti e sensibilizzare tutte e tutti all’emergenza!
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