La piccola Anna non riusciva a prendere sonno. Non perché fosse preoccupata o perché avesse brutti pensieri, ma per un semplice motivo: l'indomani sarebbe stato Natale! Era stata da sempre la sua festa preferita: la magica atmosfera, le luci colorate, i cori dei bambini che donavano un sorriso a tutti. Lei amava tutto questo, ma una cosa le era sempre mancata.
Anna non aveva mai fatto nulla di speciale per rendere il Natale una festa ancora più unica, e quell'anno si era ripromessa di contribuire. Però mancavano ormai poche ore e rimaneva pur sempre una bambina di otto anni!
Cosa poteva inventarsi? Proprio quando si stava scervellando per trovare una soluzione, Anna sentì un campanello. Limpido, acuto, allegro: ma che cos'era? Piano piano, la bambina scostò il lenzuolo e scese dal letto dopo essersi infilata le sua ciabattine preferite. Camminò in punta di piedi fino al soggiorno, dove nel buio della casa risaltavano le illuminazioni scintillanti.
Sotto all'albero di Natale che lei e i suoi genitori avevano allestito con cura, Anna non vide pacchi regalo o scatole colorate. Però lei si accucciò e si fece piccola, ancora più piccola, e vide il piccolo pupazzo di neve che era stato appeso a un ramo che le stava sorridendo. Anna si stropicciò gli occhi: stava forse sognando? Tornò a concentrarsi, e nuovamente il pupazzetto le rivolse uno sguardo simpatico.
- Ciao, Anna. Perché non vieni con me? - le domandò il personaggio.La bimba sgranò gli occhi, incredula.
- Tu parli! - esclamò Anna.
- Ma certo, - commentò divertito il pupazzo di neve, - proprio come te.
La bambina continuò a fissare il buffo essere, e cominciò a pensare che fosse davvero simpatico.
- Allora Anna, vuoi seguirmi? - riprese il pupazzo, gesticolando con i rametti color noce che gli facevano da braccia.
La giovane ragionò un attimo, ma giunse alla conclusione che quella potesse essere la sua magica occasione per mantenere il suo patto!
- Va bene - mormorò eccitata, - Andiamo!
Allora il pupazzetto la invitò a venire più vicino a lui, proprio accanto a un'altra decorazione dell'albero: una bella slitta, molto piccola, a cui Anna era davvero affezionata.
- Vedi quella slitta accanto a te? - chiese il pupazzo. - Ecco, prendila, così potremo partire!
La bambina prese delicatamente la decorazione, ma si rese conto che lei era troppo grande per salirci sopra!
- Non posso venire con te! - sbuffò Anna sconsolata. - Sono troppo pesante per questa slitta.
- Stai tranquilla, non preoccuparti - la rassicurò il personaggio. - Basta avere un po' di fantasia! Immagina di essere piccola, piccolissima, e di stare viaggiando proprio sulla slitta…
Così Anna ascoltò il consiglio, e chiuse gli occhi. Sognò di essere minuscola, e si vide sfrecciare su colline innevate… percepiva il vento frizzante, e i fiocchi di neve posarsi sul suo viso. Che freddo! Aprì gli occhi e…
- Ce l'ho fatta! - esclamò al settimo cielo.
Era proprio come se l'era immaginato: sulla slitta, avvolta da un bianco lucente. Accanto a lei era seduto il pupazzo, che cantava allegramente.
- Benvenuta a Natalandia! - esclamò lui, - il posto dove è sempre Natale!
Anna non ci poteva credere: che luogo magnifico! Perennemente coperto dalla neve, abitato da persone grandi poco più di un cucchiaino da the!
- Tu vivi qui? - domandò la bambina, osservando meravigliata il paesaggio.
- Certo - rispose il pupazzo di neve - ma ora non dire altro: stiamo per raggiungere la casa di Babbo Natale!
Così Anna e il suo nuovo, stravagante compagno d'avventura giunsero al cospetto di una grande abitazione, interamente adornata da luci e fili argentati.
- Che meraviglia! - sussurrò la bambina.
- E non hai ancora visto nulla… - disse il pupazzo.
Lo strano duo camminò fino al portone, che si spalancò con un tintinnio. Alla vista di Anna si mostrarono una moltitudine di elfi grandi, piccoli, magri e grassi… Ai lati c'erano dei rulli trasportatori, che passavano di lavoratore in lavoratore dei pacchetti colorati.
- Ciao - salutò la bambina gioiosamente.
- Salve - risposero due nani, che controllavano i pacchetti.
Il pupazzo disse ad Anna di seguirlo, come già aveva fatto nel soggiorno della bambina. Il pupazzetto la condusse davanti a un grande ed imponente trono dorato dove sopra sedeva…
- Dov'è Babbo Natale?! - urlò il pupazzo.
E così si scatenò il panico. Gli elfi e i nani correvano di qua e di là e Anna non capiva più cosa stesse accadendo.
- Babbo Natale è scomparso! Babbo Natale è scomparso! - urlavano a gran voce.
La bambina non sopportava quel chiasso, così si issò su una sedia e batté le mani.
- Silenzio! Silenzio! - gridò.
Tutti ammutolirono.
- Di certo con tutta questa confusione non risolveremo un bel niente - osservò lei.- Ora ci dividiamo in gruppi e cerchiamolo senza agitarci troppo.
Un elfo alzò la mano.
- Non è possibile! - esclamò, - Non possiamo abbandonare il lavoro, o gli ultimissimi regali non saranno pronti!
Era vero: gli elfi non potevano abbandonare tutto.
- Lo cercherò io! - si offrì Anna.
Qualcuno scosse la testa, contrariato o semplicemente non convinto.
- Ragionate: io sono inutile qui con voi, è meglio per tutti se vado a cercarlo.
- La bambina ha ragione, ed io andrò con lei! - disse il pupazzo di neve.
Alla fine gli elfi acconsentirono.
- Siate attenti - mormorò qualcuno, prima di rimettersi al lavoro.
Anna e il pupazzo controllarono allora tutta la casa, ma di Babbo Natale neppure l'ombra.
- Dobbiamo dividerci, Anna - disse il pupazzetto. - Così avremo più possibilità di trovarlo!
Così Anna decise che avrebbe esplorato il bosco di pini, mentre il pupazzo scelse le montagne. La bambina rabbrividì, mentre si inoltrava per il bosco che circondava la casa. Camminò per molti minuti, ma nemmeno un segnale.
- Chissà come se la sta cavando Pupazzo. - sospirò, mentre esplorava la zona.
A un certo punto, Anna vide una cosa insolita: una renna stava annusando con il suo muso il terreno nevoso, alla ricerca di qualche ciuffo d'erba.
- Buondì - salutò Anna facendosi avanti.
L'animale sobbalzò.
- Che spavento! - sospirò. - Ciao, piccola. Cosa ci fai qui?
- Sto cercando Babbo Natale - spiegò Anna. - Ma non riesco proprio a trovarlo!
- Beh, ti posso aiutare io! - si offrì la renna.
Anna fu ben felice di accettare l'invito, e insieme cercarono attentamente Babbo Natale. La ricerca proseguì per ore, quando…
- Ehi! Guarda là! - urlò Anna indicando un punto poco distante.
La zona era illuminata, a differenza del resto del posto, da una luce azzurrina.
- Andiamo a vedere - propose la renna. Anna e l'animale si avvicinarono con cautela, e…
- Ma per tutti gli elfi! - esclamò la renna sbalordita.
Babbo Natale era proprio là, davanti a loro! O meglio, sotto di loro… Il simpatico (e cicciotto) uomo era caduto in un buco creatosi nel bel mezzo del laghetto ghiacciato.
- Aiuto! Tiratemi fuori da qui! - sospirava il poveretto, scalciando per rimanere a galla.
- E ora come facciamo? - si disperò la renna, preoccupata. La bambina ragionò e propose, pensò e si scervellò, quando l'idea perfetta la illuminò. Anna aveva infatti notato una grande slitta, probabilmente appartenuta a Babbo Natale.
- Porta qui quella slitta, - disse la bambina alla renna.
- Le mie renne sono fuggite non appena sono precipitato nel laghetto, e io volevo solo fare una pattinata prima del lavoro della consegna dei regali! Così ora non ho nessuno che la possa guidare… - disse Babbo Natale.
- Ora sì! - esclamò Anna trionfante.
La renna trascinò con forza la slitta, ed Anna tirò una redine a Babbo Natale.
- Ora tira la slitta! - intimò alla renna.
Lei usò tutte le sue forze, e finalmente la slitta si mosse, sollevando Babbo Natale e salvandolo.
- Brava bambina, e grazie infinite! - disse l'uomo tossendo.
Anna si riteneva soddisfatta di ciò che aveva fatto: aveva ritrovato Babbo Natale, permettendo di conseguenza che tutti i bambini del mondo potessero ricevere i regali.
- Ho mantenuto la mia promessa! - si disse.
Così lei, la renna e Babbo Natale tornarono a casa, incontrando per strada il pupazzo di neve che alla vista dell'uomo esultò allegro. Tutti si congratularono con Anna, che sapeva di aver passato una delle notti più magiche della sua vita.
- Sei stata molto brava - sussurrò il pupazzetto alla bambina, mentre gli elfi e i nani cantavano e gioivano assieme. Anna non poté aggiungere altro, che si ritrovò sotto l'albero di Natale a casa sua, accovacciata accanto al decoro a forma di pupazzo.
- Tesoro! Cosa fai sotto l'albero? - esclamarono i genitori di Anna, trovandola la mattina di Natale in salotto.
- Ma come… Ma io… Ma il pupazzetto… - balbettò Anna confusa.
-Avrai fatto solo un sogno! - esclamò la mamma. - Comunque... Buon Natale!
- Grazie - mormorò la bambina. Non si capacitava di quello che era successo, ma guardando con attenzione, vide sotto l'albero una boule de neige che rappresentava proprio...
- Natalandia! - esclamò eccitata.
I genitori la guardarono strano, e lei sorrise scuotendo la testa. Ora era sicura che quello non era stato solo un meraviglioso sogno.