Il presidente del Consiglio dei Ministri viene nominato dal Presidente della Repubblica, solitamente tra i leader del partito o dei partiti che hanno vinto le elezioni.
Questa è la prassi, ma non è sempre così, a volte infatti infatti il capo dello Stato può indicare una personalità importante della vita del Paese o scegliere qualcuno anche in assenza di elezioni. Ciò avviene ad esempio quando, in seguito a una crisi di governo, non c’è più la fiducia del Parlamento e occorre formare un nuovo governo. Oppure in caso di dimissioni del premier, come è avvenuto nel caso di Mario Draghi, che nel luglio 2022 ha rimesso il proprio incarico in seguito alla crisi di governo.
La funzione del presidente del Consiglio è determinata dall’articolo 95 della Costituzione: «dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri».
Come massimo responsabile del Governo il presidente del Consiglio rappresenta il potere esecutivo, nel senso che applica le leggi; mentre il Parlamento, che detiene il potere legislativo, fa le leggi e infine la magistratura si occupa di farle rispettare (potere giudiziario).
Insieme ai ministri, il presidente del consiglio ha il compito di far rispettare l’ordine e le leggi gestendo le forze di polizia e gli istituti penitenziari, guidare la politica estera dello Stato, gestire e controllare la pubblica amministrazione e i servizi pubblici come sanità o scuola.
È il Presidente del Consiglio a indicare al Presidente della Repubblica la lista dei ministri da nominare, ed è sempre lui che controfirma tutte le leggi approvate dal Parlamento dopo che sono state firmate dal Presidente della Repubblica.
In particolare, il Presidente del Consiglio:
Dalla nascita della Repubblica, nel 1946, l’Italia ha avuto 30 presidenti del Consiglio. Il primo è stato Alcide De Gasperi, l’ultimo è stato Mario Draghi.