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5 poesie e filastrocche sulla primavera

La Primavera è una stagione meravigliosa che ispira gli animi artistici e ci riempie il cuore con un turbine di colori e sensazioni. Celebriamo dunque l’inizio di questo fantastico periodo dell’anno con 5 poesie e filastrocche dedicate alla Primavera.

Filastrocca di primavera
Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno, più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà la prima violetta.
O prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.
(
Gianni Rodari)

Viva la primavera
Viva la primavera
che viaggia liberamente
di frontiera in frontiera
senza passaporto,
con un seguito di primule,
mughetti e ciclamini
che attraversando i confini
cambiano nome come
passeggeri clandestini.
tutti i fiori del mondo son fratelli.
(Gianni Rodari)

La vispa Teresa
(titolo originale La farfalletta)
La vispa Teresa
avea tra l’erbetta
al volo sorpresa
gentil farfalletta;
e tutta giuliva
stringendola viva
gridava a distesa:
L’ho presa! l’ho presa!
A lei sospirando
l’afflitta gridò:
Vivendo, volando
che male ti fo?
Tu si, mi fai male,
stringendomi l’ale;
deh! lasciami! anch’io
son figlia di Dio!
Confusa pentita
Teresa arrossì,
dischiuse le dita:
l’insetto fuggì.
(Luigi Salier)

Aprile
Questo mese canterino
che ha un fioretto sullo stemma,
non dimentica un giardino,
non si scorda di una gemma.
Mostra i suoi color più belli
da ringhiere e da cancelli.
Cuor contento ed occhi puri,
con un filo d’erba in bocca,
va pel mondo e tutto tocca,
mette il verde anche sui muri.
S’addormenta in mezzo al prato:
è felice d’esser nato.
Sopra il monte aspetta il sole.
Tutti i doni ha nella sporta
per lasciarne ad ogni porta.
Ma per sé altro non vuole
che la piuma di un uccello
per ornarsene il cappello.
(Renzo Pezzani)

Un’altra volta le rondini
Un’altra volta le rondini. Volano
così alte nel cielo alto, che il grido
non giunge fino a qui, disperso
nel vento del mattino.
E mi sovviene
di quella prima rondine dell’anno
che vidi, ora fa l’anno,
vorticare nell’ombra d’una chiesa
abbandonata, e strideva furente,
forse sgomenta. Era sola, reclusa
in quella morta prigione, in quel tanfo
morto. Ma pure ad ogni colpo d’ala
gettava lampi, spargeva
tutt’intorno il respiro caldo, il fuoco,
il sangue della primavera.
(Diego Valeri)

This post was last modified on 6 marzo 2023 11:35

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Published by
Stella Tortora

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