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La Death Valley, in italiano “Valle della morte”, si estende soprattutto in California (ma copre anche una piccola parte del territorio del Nevada): il suo deserto sembra una zona al di fuori del mondo, con scarsissima vegetazione e una fauna che, quando c’è, si mimetizza . Le antiche miniere, le città fantasma, i laghi prosciugati, i vulcani spenti e la sua vastità rendono la Death Valley uno dei luoghi più suggestivi della costa ovest del Paese, soprattutto se si pensa che un tempo l’intera area era coperta dal mare.

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La penisola del Sinai, con la sua forma triangolare, è il punto dove Africa e Asia si uniscono, una terra di confine quasi interamente desertica, ma bagnata sia dal Mediterraneo, a nord, che dal Mar Rosso, a sud. Tantissima sabbia e altrettanta roccia insieme formano un paesaggio lunare tinto di giallo ocra e di rosso e che si estende per chilometri e chilometri. A proposito di luna, pare che il suo nome derivi proprio dall’antico dio della luna Sin, venerato da Sumeri, Babilonesi e Assiri della vicina Mesopotamia.

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Il Deserto di Atacama, che si estende tra Cile e Perù, da una parte ai piedi delle Ande e dall’altra bagnato dall’Oceano Pacifico, creando un clima e paesaggi di contrasto. Nella Valle della Luna, non lontano da San Pedro de Atacama e nel cuore del deserto, le basse temperature e l’altitudine permettono addirittura le nevicate: la neve bianca ricopre così i pendii di un paesaggio per lo più desertico.

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Il Grand Canyon è uno dei paesaggi “spaziali” più famosi del mondo. Scavata dal fiume Colorado, in Arizona, la gola raggiunge una profondità massima di quasi due chilometri. Dall’Horseshoe Bend si possono ammirare paranorami lunari. Inoltre, nell’Antelope Canyon è possibile vedere la sovrapposizione di strati geologici creati dalla natura. I picchi formati dall’erosione e la terra rossa dalla quale il fiume prende il nome (“colorado” in spagnolo significa “rosso”) si estendono per centinaia di chilometri.

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Il Grand Canyon è uno dei paesaggi “spaziali” più famosi del mondo. Scavata dal fiume Colorado, in Arizona, la gola raggiunge una profondità massima di quasi due chilometri. Dall’Horseshoe Bend si possono ammirare paranorami lunari. Inoltre, nell’Antelope Canyon è possibile vedere la sovrapposizione di strati geologici creati dalla natura. I picchi formati dall’erosione e la terra rossa dalla quale il fiume prende il nome (“colorado” in spagnolo significa “rosso”) si estendono per centinaia di chilometri.

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Per immaginare un pianeta coperto di ghiaccio, basta entrare in una delle gelide grotte islandesi. Le più famose si trovano nell’area di Vatnajökull, una delle masse di ghiaccio più grandi d’Europa. Oggi l’intera zona fa parte di un Parco Nazionale con zone che si addentrano nelle profondità del ghiacciaio. Le grotte sono moltissime e alcune sono visitabili in compagnia di speleologi esperti. Per il continuo movimento del ghiacciaio, anche le cavità si modificano continuamente, facendo sembrare tutto questo un gigantesco e freddissimo essere vivente.

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Dopo la stagione delle piogge, quando l’acqua comincia a evaporare per le alte temperature, il lago Natron, in Tanzania, si trasforma in una distesa che sembra arrivare da un luogo distante anni luce. Situato nella Rift Valley africana e ai piedi del Vulcano Gelai, questo lago contiene tantissimo sale, permettendo quindi la vita di pochissime specie, come alcuni particolari batteri ricchi di pigmenti rossi (che colorano l’acqua) e i fenicotteri minori, che vivono qui grazie a uno strato protettivo sulle zampe e sul becco. Proprio l’acqua evita il processo di decomposizione delle carcasse degli animali, dando però il via a quello di imbalsamazione: da qui la leggenda del lago in grado di pietrificare gli esseri viventi!

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Dopo la stagione delle piogge, quando l’acqua comincia a evaporare per le alte temperature, il lago Natron, in Tanzania, si trasforma in una distesa che sembra arrivare da un luogo distante anni luce. Situato nella Rift Valley africana e ai piedi del Vulcano Gelai, questo lago contiene tantissimo sale, permettendo quindi la vita di pochissime specie, come alcuni particolari batteri ricchi di pigmenti rossi (che colorano l’acqua) e i fenicotteri minori, che vivono qui grazie a uno strato protettivo sulle zampe e sul becco. Proprio l’acqua evita il processo di decomposizione delle carcasse degli animali, dando però il via a quello di imbalsamazione: da qui la leggenda del lago in grado di pietrificare gli esseri viventi!

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Dopo la stagione delle piogge, quando l’acqua comincia a evaporare per le alte temperature, il lago Natron, in Tanzania, si trasforma in una distesa che sembra arrivare da un luogo distante anni luce. Situato nella Rift Valley africana e ai piedi del Vulcano Gelai, questo lago contiene tantissimo sale, permettendo quindi la vita di pochissime specie, come alcuni particolari batteri ricchi di pigmenti rossi (che colorano l’acqua) e i fenicotteri minori, che vivono qui grazie a uno strato protettivo sulle zampe e sul becco. Proprio l’acqua evita il processo di decomposizione delle carcasse degli animali, dando però il via a quello di imbalsamazione: da qui la leggenda del lago in grado di pietrificare gli esseri viventi!

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Il Parco Nazionale di Timanfaya, a Lanzarote, è il risultato di un’intensa attività vulcanica che ha portato in superficie ben 25 vulcani. La terra rossa e quella nera si mescolano creando un "effetto luna". Patrimonio Unesco dal 1993, il Parco è fatto di pendii e crateri, come la grande Caldera Blanca: una piccola Luna sulla Terra.

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Il Salar de Uyuni, in Bolivia, è un gigantesco deserto: l’area di oltre 10.000 chilometri quadrati, però, non ha nulla a che vedere con i deserti più tradizionali composti da sabbia o da rocce, perché questo è ricoperto interamente di sale. Situato a 3.650 metri di quota, su un altopiano andino, il Salar, antico lago che solo ogni tanto si riempie di qualche centimetro d’acqua, contiene 10 miliardi di tonnellate di sale che con il sole a picco diventa accecante. Inoltre, l’assenza quasi totale di fauna e flora elimina spesso ogni possibile punto di riferimento trasformando la distesa in un labirinto senza pareti.

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Il Salar de Uyuni, in Bolivia, è un gigantesco deserto: l’area di oltre 10.000 chilometri quadrati, però, non ha nulla a che vedere con i deserti più tradizionali composti da sabbia o da rocce, perché questo è ricoperto interamente di sale. Situato a 3.650 metri di quota, su un altopiano andino, il Salar, antico lago che solo ogni tanto si riempie di qualche centimetro d’acqua, contiene 10 miliardi di tonnellate di sale che con il sole a picco diventa accecante. Inoltre, l’assenza quasi totale di fauna e flora elimina spesso ogni possibile punto di riferimento trasformando la distesa in un labirinto senza pareti.

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Una distesa bianca, piccole dune di sale che compaiono qua e là e un mare trasparente a pochi metri: un paesaggio lunare nella provincia di Trapani, nella Riserva Naturale delle Saline istituita nel 1995. Se non fosse per i mulini e le abitazioni, sembrerebbe davvero di trovarsi sulla Luna, soprattutto all’alba o al tramonto, quando la zona è più tranquilla. La raccolta del sale in queste zone è il frutto di una tradizione antichissima.

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Se la luna fosse abitata, forse assomiglierebbe alla zona di Tozeur, in Tunisia. Ai margini del deserto del Sahara, la città ha una storia antichissima influenzata dalle popolazioni berbere, dai Cartaginesi e dai Romani. Nel 1999 la Lucasfilm scelse Tozeu come set per le riprese di Star Wars I - La minaccia fantasma, uno dei film di fantascienza più famosi della saga: la zona si è così trasformata in Eos Espa, città sul pianeta Tatooine, e ospita ancora oggi le case realizzate per il film.

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In Sardegna, nell’area di Santa Teresa di Gallura, c'è una valle "lunare", formata da imponenti massi di granito erosi e modellati dagli agenti atmosferici con il passare dei secoli: proprio a loro si deve il nome della zona, perché quando vengono illuminati dalla luce riflessa della Luna, sembra proprio di trovarsi lì.

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A pochi chilometri da Baku, capitale dell’Azerbaijan, si trova l’area dei vulcani di fango. Studiati anche dalla NASA in preparazione alle spedizioni verso Marte, i vulcani di questa penisola affacciata sul Mar Caspio sono attivi da oltre 25 milioni di anni e portano in superficie non solo fango, ma anche gas che arrivano dagli strati più profondi terrestri. Il grigio dei materiali eruttati e la poca o nulla vegetazione creano colori e immagini che sembrano arrivare dai satelliti.