Per comprendere ciò che accade nei nostri oceani, la scienza ha bisogno di nutritissime banche dati dai quali ricavare tutte le informazioni per studiare ora questo, ora quel fenomeno. Tra i database di questo tipo, uno dei più importanti è sicuramente l'International Bathymetric Chart of the Southern Ocean (IBCSO), una colossale mappa contenente i dati sulla profondità dell’Oceano Australe e che ora è stato aggiornato con le informazioni raccolte nel corso della campagna Antartica della nave OGS Explora del 2017.
L'Oceano Australe non è un oceano vero e proprio, ma l'insieme delle porzioni degli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico che si estendono intorno all'Antartide.
Gli studiosi considerano questa regione una zona chiave per la comprensione di molti processi oceanografici e climatici, dunque sono state molte le spedizioni scientifiche che negli ultimi anni si sono occupate di mapparne il fondale marino per ottenere cartine sempre più fedeli e dettagliate.
La prima mappa IBCSO, ad esempio, è stata rilasciata nel 2013 e ha rappresentato la raccolta più completa di dati batimetrici (ossia relativi alla profondità) dell'Oceano Australe a sud della latitudine 60 °S. Ora però grazie allo sforo combinato con la Nippon Foundation e il progetto GEBCO Seabed 2030, IBCSO è stato arricchito con la cosiddetta "versione v2" che ha fornito ancora più informazioni per lo studio di coste e correnti.
Le misurazioni e i rilievi sono stati effettuati da un team di ricerca internazionali - tra i quali anche studiosi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - che per mesi hanno scandagliato le profondità oceaniche a bordo di navi rompighiaccio, adatte per la navigazione in quei luoghi impervi.
«La nuova versione pubblicata di IBCSO è stata elaborata grazie anche ai dati raccolti con la nave OGS Explora, ed include la batimetria del fondo del mare a sud di 50 °S, coprendo quasi il doppio dell’area della versione IBCSO precedente - ha spiegato Michele Rebesco, ricercatore dell’OGS - La nuova versione mostra quindi con maggiore dettaglio alcune aree di passaggio della corrente circumpolare antartica e le aree dei principali fronti oceanici, dove si incontrano le diverse masse d’acqua. Ciò migliora significativamente la rappresentazione complessiva del fondale marino dell'Oceano Antartico e dei processi in gioco. La IBCSO v2 è la mappa dei fondali marini più autorevole e completa nell’area a sud di 50 °S».
I rilievi e le depressioni dei fondali sottomarini influenzano la traiettoria e le caratteristiche delle correnti marine, le quali portano grandi masse d'acqua di diversa densità e differente temperatura a mischiarsi tra loro, con un forte impatto sul clima del pianeta: pensiamo alla famosa Corrente del Golfo, che trasporta acqua calda tropicale verso il nord dell'Atlantico.
Nei bacini costieri antartici poi, si forma l’acqua di fondo che rappresenta principale fonte della circolazione oceanica globale. Dunque conoscere appieno le caratteristiche di questi fondali può essere fondamentale per comprendere i meccanismi che regolano il clima globale.
Fonte: Nature