Novak Djokovic compirà 37 anni fra pochi mesi (è nato il 22 maggio 1987), è saldamente in testa alla classifica mondiale e affronterà venerdì 26 gennaio in semifinale degli Australian Open, per l’ennesima volta in questi mesi, il nostro Jannik Sinner.
Novak “Nole” Djokovic è la leggenda vivente del tennis. Per molti è già adesso il più grande tennista di tutti i tempi. Al di là delle opinioni, i fatti parlano chiaro: Nole Djokovic è il tennista che detiene il maggior numero di record in questo sport, ed è senza dubbio uno dei più grandi atleti, in senso assoluto, della storia.
Nato a Belgrado, attuale capitale della Serbia e allora (quando Nole nacque) capitale della Jugoslavia, ha due fratelli minori che si chiamano Marko e Dorde.
Quando era piccolo, i suoi genitori avevano una pizzeria e lui andava a giocare, fin da quando aveva sei anni, in uno dei campi di tennis lì vicino. Jelena Gencic, grande talent scout e allenatrice della grande tennista serba Monica Seles, ne scoprì subito il talento e lo allenò per diversi anni. Il suo talento ha avuto bisogno tuttavia di una disciplina incredibile.
Quando era giovanissimo, nel ranking juniores, fu al massimo numero 24 del mondo. Diventa professionista prestissimo, nel 2003, a 16 anni, ed esplode nel 2006, quando entra tra i migliori 20 al mondo e vince i primi titoli Atp.
Il 2007, quando Nole ha solo 20 anni, diventa l’anno della sua definitiva esplosione: diventa numero 3 al mondo e disputa la finale degli Us Open, che perse contro Federer. Da quel momento ad oggi è stato sempre protagonista del tennis mondiale.
La sua rivalità contro Federer e Rafael Nadal ha caratterizzato gli ultimi 15 anni di tennis ed è la più incredibile della storia, visto che nello stesso periodo si sono incontrati i tre più forti giocatori di sempre.
Nessuno ha vinto più tornei del Grande Slam (che sono 4: Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e Us Open) di Novak Djokovic. Il serbo ne ha vinti infatti addirittura 24 (disputando in totale 36 finali, anche questo un record): 10 Australian Open, 7 Wimbledon, 4 Us Open e 3 Roland Garros.
Rafael Nadal – secondo in questa classifica – ne ha vinti 22 ed è ormai agli sgoccioli della sua carriera; Roger Federer, già ritiratosi da alcuni anni, si è fermato a 20.
Non solo: Djokovic è l’unico ad aver vinto almeno 3 volte ogni singolo Slam. Oltre agli Slam, vanta 71 tornei vinti nel singolare maschile, è primo per numero di vittorie nei tornei più prestigiosi al mondo ed è terzo per titoli individuali (98) dietro a Jimmy Connors (109) e Roger Federer (103). Ha il record assoluto di tornei Masters 1000 vinti (40) ed è l’unico tennista ad aver trionfato in tre decenni diversi sia negli Slam che nei Masters 1000.
È il tennista che ha vinto più Atp Finals (7, l’ultima nello scorso novembre a Torino in finale contro il nostro Sinner), ha vinto una Coppa Davis con la Serbia, una Laver Cup, un’Atp Cup e la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Pechino 2008.
È l’unico tennista della storia ad aver concluso ben 8 stagioni da numero 1 al mondo ed è il tennista con più settimane in vetta alla classifica mondiale (409, di cui 122 consecutive!). Ha vinto in premi oltre 180 milioni di dollari. Djokovic è in testa negli scontri diretti con i suoi due più grandi rivali: 30 vittorie a 29 contro Nadal, 27 vittorie a 23 contro Federer.
Sposato dal 2014 con la sua prima fidanzatina, Jelena Ristic, i due hanno due figli: Stefan di 10 anni e Tara di 7. Parla correntemente cinque lingue (serbo, italiano, inglese, francese e tedesco) e abbastanza bene lo spagnolo e l’arabo.
Il suo soprannome è “Joker”, perché suona bene con il suo cognome (che si pronuncia “giocovic” con l’ultima c morbida) e perché ama scherzare: sono famose le sue imitazioni dei colleghi tennisti (la più nota è quella di Nadal) e anche delle tenniste (ha imitato anche Ana Kournikova e Maria Sharapova).
Una curiosità: nel 2010 dovette abbandonare i quarti di finale degli Australian Open per forti dolori allo stomaco, e pochi mesi dopo, attraverso degli esami, scoprì di essere intollerante al glutine. Da quel momento Djokovic segue una dieta vegana rigidissima.
La Fondazione Novak Djokovic, in questi ultimi anni, è riuscita a dare la possibilità a molti bambini serbi svantaggiati di frequentare una scuola materna ed essere istruiti (la Serbia ha un tasso di iscrizione alla scuola materna fra i più bassi al mondo).
Il campione è ambasciatore Unicef per la Serbia e fa parte del “Champion for peace”, un’organizzazione che promuove la pace attraverso lo sport. Nel 2022 l’italiano Wolfango Poggi è andato da Firenze a Belgrado in bicicletta per raccogliere fondi da destinare alla Fondazione Novak Djokovic per l’ampliamento di un asilo in un villaggio a circa 100 km da Belgrado.
Cristiano ortodosso e appassionato lettore della Bibbia, nel 2011 ha ricevuto da Ireneo, patriarca della Chiesa ortodossa serba, il primo grado dell’Ordine di San Saba, la più alta onorificenza della Chiesa ortodossa serba per aver contribuito finanziariamente al restauro di importanti edifici religiosi della Serbia.
Estromesso da diversi tornei importanti perché “non vaccinato” contro il Covid, criticato da molti per la sua scelta, comprò nel giugno 2020 l’80% di una biotech danese che stava studiando attraverso le biotecnologie una cura per il Covid. Personaggio senza dubbio discusso e spesso contraddittorio: simpatico a molti per la sua spontaneità e la sua voglia di scherzare, antipatico quando dà vita a momenti in cui se la prende con il pubblico (quando gli tifa contro) o fa gesti violenti rompendo le racchette o prendendosela con gli arbitri e i giudici di linea. Al netto di tutto ciò, è e resta probabilmente il più grande tennista di sempre e uno dei più grandi atleti di tutti i tempi.
FONTI:
Novak Djokovic – Il sito ufficiale
10 curiosità che non sapevate su Novak Djokovic - Lo Schema | Notizie Sportive
Wolfango Poggi, da Firenze a Belgrado in bici per la Fondazione di Novak Djokovic | Gazzetta.it
Novak Djokovic: «Prima di essere uno sportivo, sono un cristiano» (aleteia.org)
Djokovic ha comprato l’80% di una biotech che cerca una cura per il Covid – Forbes.it