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FocusJunior.itNewsI nodi: storie, fatti e curiosità davvero sorprendenti

I nodi: storie, fatti e curiosità davvero sorprendenti

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I nodi: storie, fatti e curiosità davvero sorprendenti
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I nodi non servono solo ad allacciare le scarpe: in passato erano fondamentali per navigare, erano protagonisti di leggende e avevano anche un significato mistico...

La nostra vita comincia con un nodo: quello che l’ostetrica ci fa all’ombelico una volta tagliato il cordone in sala parto. E continua con nodi quotidiani ai lacci delle scarpe, al fazzoletto per ricordarsi le cose, nel fare pacchi e pacchetti, indossando l’accappatoio o il pareo in spiaggia, nell’annodare il foulard intorno al collo. I “nodi che vengono al pettine” spazzolandosi i capelli o come modo di dire.
Avere un “nodo alla gola” quando ci viene da piangere, “sciogliere i nodi” nel senso di risolvere i problemi ma c’è di più… molto di più da sapere sui nodi.

In quanti modi si usano i nodi?

Gli utilizzi delle legature sono infiniti, ragazzi, da quello della cravatta del papà (considerata un’arte, con tanto di manuali da gentleman dell’Ottocento!) a quello dei punti del chirurgo dopo un’operazione o per gravi ferite. I nodi sono necessari per praticare alpinismo e arrampicata, per la speleologia (esplorazione del mondo sotterraneo attraverso grotte e cavità), per il mondo nautico, per il soccorso di mezzi e persone, per il campeggio, per l’artigianato - come ad esempio la tessitura o l’impagliatura delle sedie -, nella macchinistica teatrale, fatta di corde e pesi per controllare la scenografia.

Nodi nautici

«Issaaaaate le vele!» dicevano i capitani delle navi perché su ogni imbarcazione è necessario conoscere i nodi per navigare e per attraccare, ovvero per “parcheggiare” la barca in porto. Ne esistono tantissimi ed ognuno con una specifica funzione: di arresto, di giunzione, ad occhiello, di avvolgimento, nodi scorsoi.
Avete mai sentito parlare del nodo Savoia? E del Gassa d’amante? Sapete che esiste un nodo parlato? Può essere molto utile e altrettanto divertente sfidare i vostri amici pirati: di tutorial se ne trovano tanti e qualche pezzo di corda sottocoperta o in cantina lo troverete di sicuro!

Il nodo come unità di misura

Il nodo è anche un’unità di misura per la velocità, equivalente ad un miglio nautico (1,852 km orari) e vede la sua origine proprio nella navigazione quando, senza strumentazioni elettroniche, per rilevare la velocità si contavano i nodi fatti su una corda la cui estremità piombata veniva lanciata in acqua da poppa (la parte posteriore dell’imbarcazione). Erano necessari due marinai: uno che teneva il tempo con una clessidra di 30 secondi, l’altro che contava i nodi che passavano tra le dita mentre si trascinava la corda sul fondale.

Una storia vecchia come il mondo

Immagini di legature compaiono nelle pietre tombali nordiche di 6.000 anni fa e in molte raffigurazioni preistoriche compare l’enigmatico Nodo di Salomone, un segno formato da due anelli, schiacciati e incatenati tra loro in modo inscindibile. È un simbolo paleocristiano di unione, se ne trovano negli scavi archeologici in Europa, nei templi indù, nelle ceramiche dell’America centrale, nell’arte tradizionale africana, nella cultura inca, nella storia della Cina, nelle sinagoghe antiche e recenti, insomma… ai quattro angoli del mondo e di ogni tempo!

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Raffigurazione di un Nodo di Salomone in un mosaico della Basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia.
Credits: Getty Images

Ci sono nodi incisi nelle cripte dei Faraoni poiché per gli antichi Egizi alcune legature raffiguravano una protezione in vita e nell’aldilà, come il nodo di Iside, la dea da cui ha preso il nome.

Nella mitologia greca ricordiamo il nodo di Gordio, re di Frigia, di cui si narra che avesse legato in un tempio con una corda robusta ed un intricato nodo, un carro, simbolo del potere regale. Quando Alessandro Magno, nella sua conquista territoriale verso l’Asia, giunse nella città, tentò di sciogliere il nodo ma gli fu impossibile. Allora sguainò la spada e lo sciolse con un taglio netto. Da questa leggenda il detto “nodo gordiano” come sinonimo di una situazione che si può risolvere solo con energia e determinazione.

I nodi Celtici

I primi ad usare il nodo come decorazione, oltre che come simbolo magico e spirituale, furono i Celti. I Romani, dopo le campagne militari in Gallia, portarono tale cultura anche in Italia. Per i Celti le linee intrecciate in forme geometriche complesse rappresentavano lo scorrere dell’energia divina. I culti celtici veneravano la Natura, gli elementi, le stagioni, i punti cardinali e il susseguirsi dei vari momenti dell’esistenza. I nodi, pertanto, simboleggiavano la continuità di vita e morte, la resurrezione, l’immortalità del movimento, le relazioni col mondo circostante. Erano dei veri e propri talismani contro le avversità e proteggevano dagli eventi negativi.
Di nodi celtici ce ne sono molti di forma circolare, triangolare, quadrata. I più noti sono il Nodo dell’amante, che raffigura l’unità e la fedeltà; il Nodo di Iona, simbolo di pace interiore; il Nodo di Afsiling che rappresenta il cambiamento; il Sostegno di Donough che veniva posizionato sui bordi e sulle volte come simbolo di protezione; la Rosa di pruno raffigurava l’armonia tra la rosa e il rovo ed indicava la crescita spirituale. Se avete voglia di conoscerne alcuni e rilassarvi esistono dei mandala da colorare, magari in sottofondo mettete anche un po’ di musica celtica!

Quanto ci sarebbe da raccontare ancora, cari focusini, sui nodi: da quelli infiniti di un tappeto persiano a quelli che hanno ispirato la fisica e la chimica moderne, dal nodo di un circuito elettrico a quello del centrino a casa della nonna. Sta proprio qui il nodo della questione!