Potresti aver sentito dire che se ti trovi nel deserto e rimani senz’acqua, la puoi prendere da un cactus. Sembra un buon consiglio di sopravvivenza, ma non è proprio così facile.
In realtà, l’acqua all'interno del cactus non si vede a occhio nudo, ma è nascosta nel fusto carnoso della pianta ed è mescolata con altre sostanze che possono renderla tossica per l'uomo. Questo può provocare nausea, vomito e perfino accelerare la disidratazione!
In realtà il cactus non è un “contenitore” di acqua dolce ricoperto di spine. Una pianta del genere non durerebbe a lungo in un habitat arido e pieno di animali assetati. L'acqua è davvero una risorsa preziosa nel deserto, quindi, per proteggersi oltre agli spaventosi aculei, la maggior parte delle specie di cactus preserva ulteriormente la propria polpa spugnosa con acidi e potenti alcaloidi. Queste sostanze chimiche sono di solito troppo acide per essere tollerate dalla maggior parte degli esseri umani e, se ingerite, sono dannose per i reni. La polpa di alcune specie di cactus può anche provocare vomito, diarrea o paralisi temporanea, fattori che non favoriscono la sopravvivenza in situazioni di emergenza.
Le eccezioni degne di nota a questa regola sono il fico d'India (Opuntia) e una specie di cactus a botte (Ferocactus wislizeni). Sebbene entrambe queste piante siano piuttosto sgradevoli da mangiare crude, presentano livelli meno concentrati di sostanze chimiche dannose e possono fornire un po' di idratazione in caso di necessità. In ogni caso i frutti sono la scelta da preferire, anche se molti sono sgradevoli se mangiati crudi. Certo, tutto questo, ovviamente, presuppone che tu sia bloccato in un deserto Americano con veri cactus.
Le piante simili che si trovano nei deserti dell'Africa meridionale e del Madagascar appartengono alla famiglia delle Euforbiacee e sono tutte tossiche. La linfa lattiginosa di queste piante può bruciare la pelle e le mucose e può causare cecità permanente se entra in contatto con gli occhi.
Non provate assolutamente a mangiarle!
Fonte: Britannica